La disoccupazione indennizzata (NASPI) si ottiene quando si è licenziati, ma può decadere se subentrano determinate situazioni. Verifichiamo quali.
La NASPI spetta ai lavoratori che hanno perso involontariamente l’occupazione, compresi: gli apprendisti; il lavoratore socio di cooperativa; il personale artistico con un contratto di lavoro subordinato; i dipendenti a tempo determinato dell P.A.
Sono esclusi dall’indennità di disoccupazione i dipendenti a tempo indeterminato delle Pubbliche Amministrazioni; gli operai agricoli a tempo determinato; i collaboratori coordinati e continuativi. A queste categorie che hanno perso involontariamente il lavoro, spetta un’altra misura denominata Dis- Coll.
Quando decade la NASPI?
La Naspi decade nel caso di rioccupazione con contratto di lavoro subordinato di durata a sei mesi e/o con reddito presunto annuo superiore a 8.145 euro. In questo caso la prestazione decade e non si ha più diritto a percepirla.
Invece, nel caso in cui la rioccupazione sia con contratto di lavoro subordinato inferiore a sei mesi e con un reddito annuo inferiore a 8.145 euro, si ha diritto alla prestazione. Però, c’è una condizione da rispettare, che consiste nel comunicare immediatamente all’INPS il reddito annuo presunto.
Bisogna chiedere il “cumulo” e si potrà continuare a percepire la NASPI ridotta in base a quando si guadagna. Nel caso il lavoratore non comunica il reddito presunto, la prestazione è sospesa dall’INPS per la durata del nuovo rapporto di lavoro e sarà ripresa alla scadenza del contratto a termine.
Inoltre, la Naspi decade anche quando si raggiungono i requisiti per la pensione anticipata o di vecchiaia. Oppure, quando si acquisisce il diritto all’assegno ordinario di invalidità, in questo caso il beneficiario può optare per la prestazione più conveniente.
La perdita della Naspi è prevista anche nei casi di assenza per ingiustificato motivo alle iniziative per il reinserimento lavorativo proposte dal Centro dell’Impiego (articolo 21, comma 7, D.L. 150/2015)
Durata della disoccupazione indennizzata
La Naspi è corrisposta mensilmente dall’INPS fino ad un massimo di ventiquattro mesi. Il calcolo varia in base alle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni. Inoltre chi intende aprire una partita IVA può chiedere all’INPS l’erogazione della Naspi in un’unica soluzione.
Ricordiamo, inoltre, che l’importo della prestazione non può superare, nel 2024, 1.550,42 euro mensile. La disoccupazione indennizzata si riduce ogni mese del 3% a decorrere dal sesto mese. Infine, la riduzione scatta dall’ottavo mese se il beneficiario, alla data di presentazione, ha compiuto cinquantacinque anni.
Leggi anche: Si può richiedere la Naspi se si ha la partita Iva?