Le Autorità sanitarie avvisano i consumatori, le uova non vanno mangiate perché contaminate da PFAS. Chi sono i destinatari dell’allerta.
Uova provenienti da piccoli pollai domestici sono risultate con alti livelli di PFAS dopo accurate analisi. Gli inquinanti eterni rappresentano un pericolo per la salute delle persone, da qui il divieto per i consumatori di mangiare le uova.
I PFAS sono composti diffusi in tutto il mondo a partire dagli anni ’50 per aumentare la resistenza ai grassi e all’acqua di tessuti, carta, pellicole fotografiche, rivestimenti per contenitori alimentari, schiume antincendio, detergenti per la casa. Queste sostanze perfluoro alchiliche hanno proprietà e caratteristiche chimiche dannose per l’ambiente. A causa della persistenza elevata e dell’alta mobilità, i composti vengono rilevati negli ecosistemi e negli organismi viventi in quantità significativa.
Recenti indagini hanno riscontrato la presenza di PFAS oltre i livelli consentiti nelle uova provenienti da piccoli pollai domestici dell’Alta Francia, nelle aree del Sud Oise. Qui è scattata l’allerta con il divieto di consumare uova di allevamenti casalinghi. Il pericolo per la salute è alto considerando che in diversi casi i livelli erano fino a 20 volte superiori rispetto a quelli previsti dalla Legge.
“Non consumate le uova provenienti dai pollai domestici”, contaminazione da PFAS
La raccomandazione dell’Agenzia Regionale della Salute è chiara. Le uova non vanno mangiare se provenienti da allevamenti domestici. Su cinque campioni di uova prelevati da Generations Future 4 superavano i limiti di PFOS e PFOA, 3 quelli di PFNA e 4 di PFAS. Ulteriori indagini hanno confermato la scoperta. Da qui l’allerta dato che l’esposizione prolungata agli inquinanti può provocare gravi problemi di salute come danni al fegato, obesità, malattie alla tiroide, cancro e problemi di fertilità.
Le uova incriminate provenivano da sei pollai domestici intorno alla piattaforma chimica di Chemours a Villers-Saint-Paul. Il 66% dei campioni superava gli standard di sicurezza. I risultati hanno spinto l’ARS ad avviare nuovi studi per comprendere l’estensione della problematica a livello regionale. Nel frattempo non bisogna mangiare le uova. Inoltre, è partita la richiesta di interrompere le emissioni di PFAS dalla piattaforma chimica per evitare di mettere in pericolo ulteriormente la salute pubblica.
Sebbene l’allerta arrivi dalla Francia noi italiani non dobbiamo pensare di essere fuori pericolo. I PFAS sono presenti anche in bacini di fiumi in Italia. Nella nostra penisola ci sono oltre 1.600 siti contaminati da questi inquinanti eterni. Un’indagine sperimentale sui potenziali inquinanti già nel 2013 aveva segnalato il problema e il Veneto risulta la Regione più colpita.