I liberi professionisti titolari di Partita IVA possono chiedere un mutuo convincendo la banca della possibilità di pagare la rata mensile.
Ottenere un mutuo non è facile soprattutto senza busta paga. Le banche cercano affidabilità creditizia da parte del cliente e per i titolari di Partita IVA non è semplice dimostrare di averla.
Il mutuo è un grande impegno per una famiglia. Significa dover pagare puntualmente ogni mese alte rate per tanti anni, anche 25 o 30. Il finanziamento è indispensabile, però, volendo acquistare una casa dato che poche persone hanno la liquidità necessaria per pagare l’intero importo subito. E piuttosto che andare in affitto, gli italiani preferiscono fare domanda di mutuo e avere un immobile di proprietà.
Le banche prima di concedere il mutuo verificheranno la reale possibilità di sostenere le rate mensili del richiedente. Il primo documento che chiedono è la busta paga da lavoro dipendente (meglio se con contratto a tempo indeterminato). La certezza dell’entrata fissa mensile sarà una spinta verso l’esito positivo dell’istanze. Diverso il caso di un libero professionista i cui guadagni non sono certi e fissi. Potrà ottenere il mutuo ma solo a determinate condizioni.
Il mutuo per l’acquisto della prima casa da parte di un libero professionista
Per il titolare di Partita IVA sarà fondamentale riuscire a dimostrare una solidità finanziaria tale da convincere la banca ad erogare il mutuo per l’acquisto di un immobile residenziale. Se la casa è in costruzione la solidità dovrà essere ancora maggiore tenendo conto della natura progressiva del finanziamento e dei rischi legati all’edilizia. L’istituto potrebbe chiedere tutta la documentazione attestante la stabilità economica dell’attività svolta ma anche garanzie aggiuntive.
Difficoltà maggiori, poi, incontrano le Partite IVA in regime forfettario. Le banche chiederanno garanzie affidabili sulla stabilità dei redditi. I titolari dovranno presentare le ultime due dichiarazione dei redditi, ogni fattura in entrata, le spese in uscita e dimostrare, così, la capacità finanziaria tale da sostenere le rate del mutuo. Non dovranno esserci, poi, debiti pendenti e si dovrà versare il 20% del valore dell’immobile come anticipo del finanziamento.
Il flusso costante di entrate sarà determinante per un esito positivo dell’istruttoria unito ad altra documentazione attestante la capacità finanziaria. Estratti conto bancari, bilancio societario, iscrizione all’Albo, estratto della Camera di Commercio Industria e Artigianato sono alcuni documenti che la banca potrebbe richiedere. In caso di dubbio l’istituto potrebbe chiedere garanzie aggiuntive come la fideiussione o la stipula di una polizza vita.