Diagnosticare precocemente il tumore al seno è fondamentale per guarire, ora è possibile farlo in modo ancora più semplice con la tecnologia.
I progressi fatti dalla ricerca scientifica negli ultimi anni sono innegabili e noti a tutti, ma se vogliamo davvero aumentare le possibilità di guarigione da malattie che prima non lo erano la prevenzione resta lo strumento migliore. Trincerarsi dietro la paura di un esito nefasto, e non è detto che lo sia, non rappresenta certamente la soluzione migliore, per questo è importare essere ligi e sottoporsi a controlli frequenti.
Ancora adesso la patologia più diffusa resta il tumore al seno, che non colpisce solo le donne mature, ma sempre più spesso anche le giovanissime intorno ai 30 anni. È proprio per questo che sarebbe bene sottoporsi a ecografia e, dai 40 anni in su, anche alla mammografia periodicamente, se possibile una volta all’anno.
Tumore al seno: fare errori è più difficile
Sottoporsi a ecografia e mammografia periodicamente, come detto, resta fondamentale, per diagnosticare in maniera precoce il tumore al seno. Per le donne che hanno dai 40 anni in più fare i controlli risulta essere più semplice, grazie agli screening che vengono organizzati dalle varie Regioni che consentono di farlo periodicamente. Questi, a dire la verità, prevedono esami ogni due anni, ma l’ideale quando non si è più giovanissimi sarebbe farlo con cadenza annuale.
Nonostante questo, il test viene fatto con la presenza di un medico, che ha compito di valutare personalmente quello che emerge. In caso di “sospetto” potrebbe essere quindi necessario effettuare alcuni approfondimenti, a partire dalla biopsia, strumento necessario per valutare la natura di una eventuale massa.
Gli errori umani non possono però evidentemente essere esclusi del tutto, per questo annche in un ambito come quello medico può avere un’importanza cruciale la tecnologia, esattamente come accade per altri settori della nostra quotidianità. A confermarlo è uno studio eseguito nel Regno Unito che si è avvalso dell’intelligenza artificiale, in grado di funzionare sul cloud Azure di Microsoft. Grazie a questo metodo è stato infatti possibile individuare tumori piccolissimi, che erano invece sfuggiti all’occhio del dottore.
Utilizzare questo strumento su larga scala potrebbe essere davvero provvidenziale per salvare la vita a molte pazienti. Non solo, si pensa sia in grado di ridurre il carico di lavoro del 30% agli operatori. “Se si raccoglie il cancro sotto i 15 mm, la maggior parte delle donne ora avrà un tasso di sopravvivenza del 95%“, sono state le parole del dottor Gerald Lip riportate da ‘Business Insider’, che ha guidato la ricerca. Anzi, sarebbe possibile anche dare il risultato in soli tre giorni rispetto alle canoniche due settimane, così da diminuire l’ansia che si avverte in questi casi.
I sintomi a cui prestare attenzione
Oltre a rispettare le scadenze previste per gli screening, è altrettanto improtante notare eventuali sintomi “sospetti” che potrebbero essere ricondotti al tumore al seno. Se questo dovesse accadere, sarà necessario parlarne con il proprio medico e programmare gli esami necessari.
Tra questi possiamo segnalare perdita di liquido dal capezzolo o alterazioni della sua forma (anche la retrazione), formazione di noduli nel seno o sotto le ascelle, cambiamento nelle dimensioni, nella forma o nell’aspetto della mammella; variazioni quali la pelle a buccia d’arancia, desquamazioni o arrossamenti verso il capezzolo.