Ognuno di noi desidera essere felice, anche se forse non sente di esserlo del tutto. C’è un’età in cui sarà più facile esserlo.
Sono davvero felice? Questa è la domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi periodicamente, ben sapendo come possa essere utile guardare dentro di sé e cercare di capire se davvero ci sia qualcosa che possa aiutarci a renderci più tranquilli. Spesso siamo però troppo presi dai vari impegni che riguardano lavoro e famiglia da non renderci nemmeno conto dei risultati che raggiungiamo e da non apprezzarli del tutto.
Allo stesso tempo, però, può accadere il processo inverso, ovvero finiamo per accettare una situazione che è tutt’altro che soddisfacente e facciamo poco per cambiarla. In realtà, non dovremmo spaventarci troppo quando siamo tristi, c’è un momento ben preciso in cui sarà possibile invertire la rotta.
Vuoi diventare davvero felice? Ecco quando può succedere
Arrivare al momento in cui possiamo sentirci realizzati e soddisfatti di quanto costruito nella nostra vita non è così semplice. Anzi, c’è chi tende a non essere mai del tutto contento e non riesce nemmeno a godersi i momenti positivi che la vita può regalargli.
L’ideale se ognuno di voi vuole essere davvero felice sarebbe imparare ad apprezzare le piccole cose, pensando che quelle possano essere la base per ottenere qualcosa di più importante.
In realtà, la felicità può essere raggiunta a un’età ben precisa, almeno questo è il pensiero della scienza, che invita a verificare nei fatti se questo sia vero. Questa è la teoria avanzata dai icercatori delle Università di Melbourne e di Warwick, che hanno realizzato un grafico che permette di capire quale possa essere il momento propizio per raggiungere un obiettivo a cui tutti noi aspiriamo.
Pur di rendere l’esito attendibile è stata presa in considerazione la testimonianza di ben 1,3 milioni di persone provenienti da 52 Paesi: sulla base delle loro risposte è emersa una curva a U, dove inizio e fine corrispondono a inizio e fine della vita. Questi sarebbero appunto i momenti in cui la gioia risulta essere maggiore, mentre è nella fase centrale, corrispondente evidentemente all’età adulta, quella in cui possono esserci alti e bassi e momenti maggiormente tormentati.
Non a caso, quando siamo chiamati a districarci tra doveri familiari e professionali può essere naturale avere qualche preoccupazione di troppo e arrivare anche a perdere il sonno a causa di queste.
Meno preoccupazioni più gioie
Avere preoccupazioni legate al futuro, sia che siano relative alla famiglia sia che riguardino il lavoro, non permette certamente di vivere tranquillamente le giornate. In casi simili, specialmente per chi soffre di ansia, può essere più che naturale avere dubbi su come sarà il futuro, al punto tale da avere in testa solo quello.
Queste sensazioni possono essere certamente minori nelle due basi della curva, quindi durante l’infanzia, quando si può godere della spensieratezza del periodo, ma anche quando non si è più giovanissimi, magari è stata conclusa l’età lavorativa e i figli sono ormai grandi e autonomi.
L’infanzia, a dire la verità, è considerata la fase che va dagli 0 ai 30 anni, ovvero la fase in cui si è studenti e si hanno tante aspettative sul proprio futuro, sia per quanto riguarda l”amore sia per la professione. Le delusioni, se si verificano, non sono vissute ancora come così terribili, anzi si pensa sempre di potersi risollevare.
Tra i 50 e i 60 anni c’è invece quella che viene definita “fase di stallo”, in cui non ci si abbatte eccessivamente se si perde un’occasione. La rinascita vera e propria arriva tra i 60 e i 70 anni, considerato il periodo in cui si ha il picco della felicità, in cui finalmente si può godere di quanto fatto nella propria vita e rilassarsi.