Il dipendente che perde il lavoro percepisce la Naspi anche se avvia un’attività autonoma? Ecco la guida completa per vederci chiaro.
Negli ultimi tempi, complice la crisi economica e le difficoltà lavorative, molti dipendenti stanno decidendo di abbandonare il contratto di lavoro subordinato in favore del lavoro autonomo. Si tratta di un passo importante che porta con sé una serie di dubbi che riguardano anche la Naspi.
La Naspi, ovvero la Nuova assicurazione sociale per l’impiego è un’indennità riconosciuta ai lavoratori dipendenti che cessano la propria attività lavorativa. A partire dal 2015 è stata introdotta questa nuova indennità che è conosciuta anche con il nome di disoccupazione. L’importo che viene riconosciuto all’ex lavoratori dipendente è calcolato in base ai contributi versati fino a quel momento e riferiti all’occupazione precedente.
Lo scopo della Naspi è quello di offrire un sostegno economico al lavoratore disoccupato, in attesa che egli ritrovi una nuova occupazione.
Naspi e Partita Iva: tutto quello che devi sapere
In base a quanto stabilito dalla disciplina italiana, il percettore di Naspi ha la possibilità di continuare a ricevere l’indennità economica di disoccupazione anche se decide di gestire una partita IVA. In sostanza si può ottenere un codice IVA, generare un reddito come lavoratore autonomo senza dover rinunciare all’indennità di disoccupazione. Tuttavia affinché questa condizione sia considerata valida è necessario rispettare specifici requisiti.
Per poter continuare a percepire la Naspi pur aprendo una partita IVA ed esercitando un lavoro autonomo occorre soddisfare determianti requisiti quali:
- la disoccupazione deve essere involontaria. È importante che il lavoratore sia diventato disoccupato in maniera involontaria ovvero per licenziamento o dimissioni per giusta causa.
- i requisiti contributivi devono essere pari ad almeno 13 settimane nei quattro anni precedenti alla disoccupazione;
- i requisiti lavorativi, il lavoratore disoccupato deve avere accumulato almeno 30 giorni di lavoro nell’anno precedente alla richiesta di Naspi.
Per ottenere l’indennità di disoccupazione è necessario presentare un’apposita domanda all’Istituto previdenziale accedendo al portale dedicato. In alternativo, è possibile recarsi ad un CAF/patronato che effettuerà la domanda accedendo al servizio telematico.
In ogni caso, la richiesta deve essere presentata entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Limiti reddituali
È opportuno ricordare che la durata dell’indennità dipende dalla storia contributiva del lavoratore. Ma in ogni caso non è possibile percepire più di 24 mesi di disoccupazione. Il cittadino disoccupato può scegliere di percepire l’importo mensilmente oppure in un’unica soluzione.
Il disoccupato che durante il periodo di percezione della Naspi avvia un’attività con partita IVA potrebbe subire delle riduzioni sull’indennità. In particolare: se il reddito generato dalla partita IVA e pari a 0 non è prevista alcuna riduzione; mentre con un reddito compreso tra 1 euro e 4.800 euro è prevista una riduzione del 80% dell’importo. Infine, se il reddito supera i 4.800 euro, la legge prevede l’esclusione dalla Naspi.