Il governo si sta concentrando su una grande riforma, in particolar modo sulla delega fiscale: alcuni lavoratori potrebbero perdere tanto.
Nel corso della storia l’Italia è stata letteralmente modellata dalle numerose riforme, create dai governi che si sono susseguiti. Una delle riforme più imponenti e discusse nell’ultimo secolo è certamente la riforma Gentile, voluta dal Ministro dell’Istruzione Giovanni Gentile del governo Mussolini. Per la precisione, la riforma fu portata a termine nel 1923 e il suo obiettivo principale era ridurre il numero degli studenti nelle scuole medie e superiori e, al contempo, facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro.
Tuttavia, il Ministro Gentile non amava vedere le classi formate da molte ragazze e ragazzi, infatti decise di separare i due sessi in due classi distinte. E non solo: la riforma prevedeva il termine della scuola elementare all’età di 14 anni, l’anno scolastico di 10 mesi e l’aumento della tasse scolastiche.
La delega fiscale del governo Meloni
Secondo alcuni esperti la famosa delega fiscale, che l’attuale governo sta per approvare, potrebbe creare dei problemi a tutti coloro che percepiscono uno stipendio tra i 700 e i 4.000 euro. Per la precisione, si tratta di una Legge Delega inerente alla nuova riforma fiscale, la quale diventerà operativa dopo circa 24 mesi dal giorno in cui verrà approvata, e il suo obiettivo principale è alleggerire la pressione fiscale sui cittadini italiani, favorendo così le assunzioni e gli investimenti. In modo particolare, la riforma vuole modificare le attuali aliquote Irpef, le quali sono del 23% per tutti i redditi fino a 15.000 euro; del 25% per i redditi 15.000-28.000 euro; del 35% tra i 28.000-50.000 euro; del 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.
Attualmente, le ultime indiscrezioni sulla nuova riforma dicono che ci sarebbero tre nuove aliquote: 23% per i redditi che vanno tra gli 8.500 euro e i 28.000 euro; 35% per i redditi 28.001-50.000 euro; 43% per tutti i redditi superiori a 50.000 euro. Chiaramente questa non è l’unica ipotesi, infatti le indiscrezioni affermano che ci sarebbe un’altra idea che andrebbe però ad intaccare negativamente gli stipendi degli italiani: aliquota al 23% per i redditi fino a 28.000 euro; al 33% per i redditi 28.000-50.000 euro; 43% per chi supera i 50.000 euro. Inoltre, secondo gli esperti coloro che potrebbero avvantaggiarsi con le nuove aliquote sono i redditi tra 15.000-28.000 euro, precisamente i lavoratori che percepiscono circa 1.200-2.100 euro al mese.
Al contrario, i lavoratori che rischiano di perdere qualcosa potrebbero essere quelli che incassano meno di 15.000 euro. Pertanto, una riforma che sta nascendo proprio per aiutare i più deboli – come è stato più volte dichiarato – rischia di diventare un ulteriore peso sulle spalle di chi guadagna meno. Inoltre, se tutto ciò venisse confermato, i redditi più bassi pagherebbero solo 90 euro in meno di tasse, mentre i più ricchi risparmierebbero dai 150 ai 1.100 euro all’anno a seconda del reddito.