Occhio alle novità inerenti il pignoramento in quanto a partire dal 2023 bisogna fare i conti con delle nuove regole. Ecco cosa cambia.
A partire dal 2023 si deve fare i conti con importanti novità per quanto concerne il pignoramento di stipendi, conti e trattamenti pensionistici. Ma di cosa si tratta? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Sempre più famiglie, complice anche la crisi economica in atto e il preoccupante aumento dei prezzi, riscontrano purtroppo delle serie difficoltà nel riuscire ad arrivare alla fine del mese. Se tutto questo non bastasse, a peggiorare la situazione ci si mette il timore di dover fare i conti con le possibili conseguenze derivanti da eventuali debiti pregressi.
Proprio in tale ambito interesserà sapere che nel corso del 2023 bisogna fare i conti con importanti novità per quanto concerne il pignoramento di stipendi, conti e trattamenti pensionistici. Ma di cosa si tratta e soprattutto cosa cambia? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
A partire dal 22 giugno 2022 si deve fare i conti con alcune importanti novità anche per quanto concerne il pignoramento presso terzi. A tal proposito si ricorda che stando a quanto previsto dal nuovo articolo 543 del Codice di procedura civile, il creditore ha il compito di notificare entro la data dell’udienza, al debitore, così come la banca o istituto di credito, il numero di iscrizione a ruolo. Bisogna inoltre depositare la documentazione. L’atto di pignoramento, a sua volta, deve presentare i dati anagrafici e codice fiscale dei soggetti interessati. È necessario, poi, indicare la natura del credito e la data di convocazione dell’udienza.
Se tutti questi elementi risultano assenti il pignoramento non può più essere eseguito. Nel caso in cui il pignoramento venga eseguito nei confronti di più soggetti terzi, è bene sottolineare, risulta inefficace solamente nei confronti dei soggetti a cui non viene notificato l’avviso di iscrizione a ruolo. Sempre a partire dallo scorso 22 giugno 2022, inoltre, in caso di pignoramento presso terzi, i nuovi adempimenti, anche telematici, sono a carico del difensore del creditore.
A partire dal 2023, inoltre, bisogna fare i conti con nuovi limiti sul pignoramento, così come imposto dalla Cassazione. Entrando nei dettagli si ricorda che non è possibile pignorare il minimo vitale, quest’ultimo pari al doppio dell’assegno sociale. Nel corso del 2023, pertanto, il limite da rispettare per il pignoramento dello stipendio è pari a 1.006,54 euro. Lo stipendio può essere pignoramento fino a massimo un quinto. Se si tratta di debiti nei confronti dell’Agenzia Entrate Riscossione, invece, i limiti da rispettare sono: un decimo sullo stipendio fino a 2.500 euro; un settimo dello stipendio fino a cinque mila euro e un quinto dello stipendio per valori superiori a cinque mila euro.