Anche quest’anno bisogna presentare la dichiarazione dei redditi e per questo motivo è bene prestare attenzione ad un errore che potrebbe costarvi caro. Ecco di quale si tratta.
Prestate la massima attenzione in sede di compilazione della dichiarazione dei redditi, e non solo. In caso contrario, infatti, si rischia di dover fare i conti con brutte sorprese in busta paga. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Famiglia, lavoro, pulizia della casa, necessità quotidiane e chi più ne ha più ne metta. Sono davvero tante le situazioni che richiedono il nostro tempo e il nostro massimo impegno. Non crea stupore, pertanto, il fatto che spesso possa capitare a tutti di dimenticarsi di adempiere a qualche dovere.
Tra questi si annovera la dichiarazione dei redditi che deve essere presentata, come ogni anno, anche nel corso del 2023. Ebbene, proprio soffermandosi sul modello 730 si invita a prestare la massima attenzione. Questo perché vi è un errore, in particolare, che potrebbe costare caro. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Anche nel corso del 2023 bisogna presentare la dichiarazione dei redditi. Un adempimento burocratico per cui abbiamo già visto quali voci potranno essere portate in detrazione sul modello 730. Sempre soffermandosi su quest’ultimo, inoltre, si invita a prestare la massima attenzione. Questo perché vi è un errore in particolare che potrebbe costarvi caro in busta paga. Ma di quale si tratta?
Entrando nei dettagli è bene ricordare che una volta presentata la dichiarazione dei redditi, viene definito un conguaglio Irpef. Quest’ultimo può essere a credito o a debito. Nel primo caso, ovviamente, si ricevono dei soldi. Nel secondo caso, invece, il soggetto interessato si vede decurtare dalla pensione o dallo stipendio le somme in questione. Proprio in tale ambito è bene sapere che le persone che hanno più Certificazioni Uniche sono quelle che rischiano di più di essere a debito. Questa situazione, ad esempio, si può presentare nel caso in cui una persona svolga due differenti lavori, oppure abbia perso il lavoro e percepito la Naspi.
Ebbene, i datori di lavoro devono trattenere solamente i redditi dei singoli lavoratori, senza considerare il reddito complessivo percepito da eventuali sostituti. Nel caso in cui il contribuente non adegui la propria imposta sul reddito, pertanto, potrebbe rischiare di dover pagare ancora dell’Irpef. Quest’ultima viene definita propria in sede di dichiarazione dei redditi e pagata, sotto forma di conguaglio, con le buste paga di luglio, agosto e settembre. Proprio gli stipendi dei mesi estivi, quindi, potrebbero risultare più bassi del solito per via di un conguaglio a debito in sede di dichiarazione dei redditi.
Onde evitare di incorrere in questa situazione è necessario attivarsi l’anno che precede quello in cui si deve presentare la dichiarazione dei redditi. A tal fine è necessario richiedere al proprio datore di lavoro di adeguare le imposte in base ai CU percepiti da altre fonti di reddito. L’imposta viene quindi definita prendendo in considerazione il reddito complessivo, evitando di dover fare i conti con una batosta in sede di dichiarazione dei redditi.