Momento più che mai delicato in tema di sicurezza sul web e non solo. Nel mondo parallelo in cui spesso viviamo, può succedere qualsiasi cosa.
Un momento particolarmente teso insomma quello vissuto in questa fase dal nostro paese, soprattutto per quel che riguarda il tema sicurezza. Il rischio è presente in ogni ambito, sul web cosi come nella vita reale. Il rischio raggiro, truffa. Se nella vita reale però il tutto può essere in qualche modo toccato con mano, per cosi dire, sul web tutto in realtà non si mostra affatto. Una sorta di nemico invisibile pronto a travestirsi in ogni modo pur di non essere intercettato.
Quello che può succedere a chiunque, sul web è praticamente definibile come illimitato. Il numero delle possibilità a disposizione dei malintenzionati di turno è praticamente infinito. Giorno dopo giorno assistiamo spesso inermi, all’evoluzione di sempre più efficaci modalità truffaldine.
Quello che in genere succede online rispecchia in molti casi pratiche abbastanza consolidate che però si avvalgono di varianti via via applicate per la buona riuscita finale dell’azione truffaldina in questione. Gli utenti, troppo spesso, con estrema ingenuità, recepiscono messaggi alterati volontariamente immaginando che tutto sia normale.
Il classico caso delle truffe via mail o sms per intenderci. Contenuti accattivanti che magari promettono un qualsiasi tipo di vantaggio e poi si trasformano in nient’altro che tentativi di frode. In quel caso protagonista assoluto è il classico link, strumento utilizzato dai malintenzionati per mettere in atto, praticamente la truffa orchestrata ai danni della vittima di turno.
Quello che è successo invece a svariate persone negli ultimi tempi è invece qualcosa di profondamente diverso ma allo stesso modo assolutamente pericoloso. Gli utenti danneggiati, in questo specifico caso venivano colpiti in quanto utilizzatori frequenti del classico home banking delle proprie rispettive banche.
Le vittime, di fatto, violate per quel che riguarda il proprio profilo telefonico, sono state di fatto derubate della disponibilità presente sui rispettivi conti correnti attraverso abilissime manovre da hacker.
Sei le persone fermate in seguito a scrupolose indagini tra Roma e Torino. I soggetti sono accusati di frode informatica, furto di identità digitale, riciclaggio e auto riciclaggio. Le operazioni, durate due anni, sono state condotte dal Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale del Lazio coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma.
Le indagini in questione sono iniziate seguendo particolari flussi di denaro che gravitavano da un conto all’altro. Il lavoro attendo degli inquirenti ha quindi permesso di smascherare complessivamente nove componenti di quella che si immagina come una vera e prorpia banda operativa.
Il colpo più importante tra l’altro è stato inferto alle banche. L’organizzazione metteva in piedi, di fatto, utenti fittizi, prestanome a tutti gli effetti che aprivano conti correnti e consentivano ai truffatori di utilizzare le funzione di home banking per continuare a truffare in ogni direzione, in sintesi.
Il tutto come anticipato è stato utile per i criminali anche per riciclare denaro sporco. Truffe ad ogni livello per intenderci. Anche questa, oggi è la nostra realtà.