Questione affitto sempre più delicata anche nel nostro paese. Pensiamo alle numerose situazioni spinose facilmente riscontrabili.
Tasto decisamente dolente il problema che riguarda gli affitti nel nostro paese. In molti casi, infatti, numerose sono le problematiche che intercorrono a vicenda tra proprietari e inquilini. Situazioni diverse, vicende completamente opposte che possono recar danno a turno, cosi come anticipato, a l’uno o all’altro soggetto in questione. Il terreno insomma in certi casi è più che mai minato.
Le problematiche in merito al contesto delimitato riguardano generalmente due componenti. In primo luogo l’eventuale aumento del canone di locazione oppure tra le cause scatenanti di dissidi troviamo eventuali inadempienze da parte dello stesso affittuario.
In questo caso specifico andremo a prendere in considerazione un caso che potrebbe in qualche modo comprendere entrambe le situazioni descritte. Quello che spesso da inquilini ci si chiede, cioè se il proprietario di un immobile può aumentare a proprio piacimento l’importo del canone mensile di locazione.
Dall’altra parte, giustamente, l’inquilino si chiede anche se in un caso come quello anticipato è possibile rifiutarsi di pagare l’eventuale maggiorazione avendo sempre la possibilità di restare in quell’immobile. La questione insomma è più che mai spinosa.
Partiamo da un elemento più che mai consolidato. Il proprietario di casa può scegliere di aumentare il canone di locazione soltanto in tre precise situazioni:
- al rinnovo del contratto,
- alla proroga del rinnovo successivo al secondo,
- prima della seconda scadenza.
Affitto, spesso i prezzi salgono alle stelle: caso per caso le varie possibili situazioni
A questo punto è giusto considerare, in ogni caso, le situazioni in cui lo steso inquilino può in qualche modo contestare l’aumento deciso dal proprietario dell’immobile. Partiamo dal presupposto che un eventuale aumento dovrebbe essere sempre concordato con il proprio inquilino in modo da non far diventare il tutto un peso magari insopportabile economicamente per quest’ultimo.
In questo caso la legge tutela l’inquilino, soprattutto in assenza di una busta paga. Inoltre, un eventuale aumento del canone di locazione di un immobile può realizzarsi soltanto in presenza di un contratto regolarmente depositato. Tali aumenti possono essere quindi considerati esclusivamente in fase di scadenza o di proroga del contratto in questione.
Mediamente, stando all’indice Istat relativo ai canoni d’affitto possiamo affermare che l’aumento di tali importi è registrato sull’8,1% su base annua. Spesso gli aumenti riguardano anche zone urbane periferiche, con variazioni che generalmente riguardavano un tempo esclusivamente situazioni abitative da centro città, per intenderci.
Inoltre, nel caso in cui il canone sia inteso come libero, l’aumento può essere anche praticato nella misura del 100%, nel caso in cui il contratto a canone sia invece concordato l’aumento può arrivare massimo al 75%. Nel caso, poi, di contratti 4+4 o 3+2 lo stesso importo del canone deve rimanere in ogni caso quello concordato inizialmente.
L’eventuale aumento potrà essere certificato non prima della seconda scadenza passando alla sottoscrizione di un nuovo contratto. Il problema eventuale, insomma, quello descritto inizialmente può essere tranquillamente superato affidandosi a quanto stabilito dalla legge. Tutto insomma può essere risolto se si utilizza il buonsenso e non solo.