Oggi più che mai la sicurezza degli utenti è al centro di quasi tutte le riflessioni che riguardano le dinamiche della rete.
Sappiamo benissimo quanto di questi tempi possa risultare complicato gestire al meglio la sicurezza di tutti gli utenti della rete. In questa fase la connessione per i nostri dispositivi può essere considerata in ogni caso h24, di conseguenza si è esposti in maniera assolutamente integrale a rischi che riguardano la stessa sicurezza.
Oggi più che mai di fronte a specifiche applicazioni con le quali condividiamo praticamente tutta la nostra giornata occorre sempre considerare tutti i possibili rischi del caso. Pensiamo per esempio alle classiche app di messaggistica istantanea, quelle che realmente utilizziamo si potrebbe dire fino alla nausea.
Bene, in quei casi specifici si potrebbe arrivare a correre rischi ben precisi semplicemente utilizzando cosi come sempre la stessa app in questione. Una su tutte, la più nota forse di tutte, WhatsApp. Sappiamo benissimo quanto oggi questa piattaforma sia più che mai utilizzata in ogni parte del mondo.
Parliamo, stime alla mano di un app utilizzata mediamente (dati di fine anno 2022) per ben 11 ore e 29 minuti in media al giorno. I dati in questione sono bene o male gli stessi emersi l’anno prima dalla stessa analisi. Parliamo di una applicazione che ormai offre una vastissima gamma di opportunità agli utenti, non si contano ormai le varie funzioni disponibili.
Messaggi vocali, messaggi audio, video chiamate, chiamate audio, possibilità di creare sondaggi con i propri contatti, possibilità di condividere contatti telefonici, file di ogni tipo, posizione. In un certo senso parliamo di una proposta quasi imperdibile per qualsiasi utente.
In tutto ciò, però, emerge un piccolo inconveniente, che definire piccolo certo è quasi ironico. Problema sicurezza. Troppe volte l’azienda di riferimento per quel che riguarda la gestione dell’app, parliamo dunque di Meta, è stata accusata di non garantire la piena sicurezza ai propri utenti.
WhatsApp, il trucco per non essere più spiati: come capire se si è realmente spiati
Il problema relativo alla sicurezza in un certo senso espone milioni e milioni di utenti ai rischi comuni che si corrono sul web. Pensiamo a truffatori di ogni genere che puntualmente provano a raggirare il prossimo magari provvedendo ad infestare, è il caso di dirlo, il dispositivo della vittima prescelta.
Parliamo di applicazioni che in qualche modo possono spiare lo stesso utente e di conseguenza rubarne per cosi dire, abitudini, preferenze e quant’altro da utilizzare per altri fini. In ogni caso il dispositivo in questione, uno smartphone, per esempio, dovrebbe mostrare gli effetti di tali operazioni parallele.
La batteria, per esempio dovrebbe risentirne e quindi una batteria che si scarica troppo presto potrebbe voler dire che il vostro dispositivo in qualche modo risulta infettato. Una soluzione potrebbe essere quella di cancellare e reinstallare l’app. Altro percorso molto interessante, da verificare attraverso le impostazioni della stessa app è quello di sondare gli accessi attivi al nostro WhatsApp, comprendere, insomma, da dove, per cosi dire, ci si connette alla nostra applicazione.
In ogni caso, cosi come spesso dichiarato dai maggiori esperti del settore, la prevenzione merita sempre e comunque il primo posto tra le priorità stesse degli utenti.