Buone notizie per molti lavoratori che possono andare in pensione ben cinque mesi prima del previsto. Ecco chi ne ha diritto.
Uscire dal mondo del lavoro fino a cinque mesi prima è, in determinati casi, possibile. Ma chi ne ha diritto e come funziona? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Cibo, vestiti, bollette delle utenze domestiche e chi più ne ha più ne metta. Sono davvero molti i costi da dover sostenere e che hanno un peso non indifferente sulle nostre tasche. Una chiara dimostrazione di come il denaro si riveli essere utile nelle circostanze più disparate. A ricoprire un ruolo importante in tale ambito, pertanto, si annoverano il lavoro prima e la pensione poi.
Questo perché entrambi ci consentono di ottenere il denaro necessario a fronteggiare le varie spese. Ebbene, proprio soffermandosi sul trattamento pensionistico interesserà sapere che, in determinati casi, è possibile uscire dal mondo del lavoro fino a cinque mesi prima del previsto. Ma chi ne ha diritto e come funziona? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Abbiamo già visto come molti lavoratori, in possesso di determinati requisiti, possono uscire dal mondo del lavoro con 15 anni di contributi. Oggi, invece, ci soffermeremo su un’altra possibilità, ovvero quella di uscire dal mondo del lavoro fino a cinque mesi prima del previsto. Ma chi ne ha diritto e come funziona?
Ebbene, come stabilito dalla circolare Inps numero 126 del 28 dicembre 2018, a partire dal “1° gennaio 2019 non si applicano, ai requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici di vecchiaia e anticipata, di cui all’articolo 24, commi 6 e 10, della legge n. 214/2011, gli incrementi alla speranza di vita nei confronti dei lavoratori dipendenti che svolgono le attività gravose o addetti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti a condizione che siano in possesso di un’anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni“.
A decorrere dal 2019, viene sottolineato che l’esclusione dall’adeguamento all’incremento della speranza di vita è pari a cinque mesi. Ne consegue, pertanto, che coloro che svolgono lavori gravosi e pesanti, se hanno maturato trent’anni di contributi, possono andare in pensione con cinque mesi di anticipo.
Ovvero non devono attendere il raggiungimento dei 67 anni di età, bensì uscire dal mondo del lavoro all’età di 66 anni e 7 mesi. Per ottenere ulteriori informazioni in merito si consiglia di consultare la circolare Inps poc’anzi citata che esplicita quali siano le categorie lavorative interessate.