Buone notizie in arrivo per queste categorie di lavoratori che a breve potrebbero beneficiare di una retribuzione più alta a fronte di un minor numero di ore di lavoro. Ecco cosa c’è da aspettarsi.
Lavorare meno ore e ottenere una retribuzione più alta: un vero e proprio sogno che per molti lavoratori potrebbe diventare a breve realtà. Ma cosa c’è da aspettarsi? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Il lavoro nobilita l’uomo consentendoci di attingere al denaro di cui necessitiamo per pagare i vari beni e servizi di nostro interesse. Non sempre, però, la retribuzione si rivela essere spesso adeguata alle nostre esigenze quotidiane.
Se tutto questo non bastasse, sono molti a ritrovarsi alle prese con situazioni che possono essere considerate come una forma di schiavitù legalizzata, ovvero compensi miseri a fronte di tantissime ore di lavoro.
Proprio in tale ambito, pertanto, interesserà sapere che a breve si potrebbe assistere ad una vera e propria svolta. Ma cosa c’è da aspettarsi? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Lavoro, orario ridotto e retribuzione più alta, le categorie interessate: cosa c’è da aspettarsi
Ridurre le ore di lavoro e aumentare il compenso. Un connubio vincente a cui tutti i lavoratori strizzano sicuramente l’occhio. Lo sanno bene diversi sindacati che nelle trattative per i rinnovi dei contratti collettivi nazionali del lavoro hanno messo sul tavolo proprio tale proposta. I primi a portare avanti tale idea sono stati i sindacati del legno arredo, Filca, Fillea, Feneal. Questi, interesserà sapere, chiedono di apportare una riduzione dell’orario di circa dodici giorni all’anno.
A tal proposito, sempre nel settore del legno arredo Filca, Fillea e Feneal sottolineano come ormai sono “insostenibili le attuali politiche aziendali che rispondono alla domanda di mercato principalmente attraverso l’utilizzo di straordinari, modifiche turni, flessibilità strutturale e ridotta fruizione delle ferie e dei riposi giornalieri e settimanali, per altro su organizzazioni di orario statiche e tradizionali”.
Dello stesso avviso anche i bancari che vorrebbero una riduzione pari a dieci ore al mese, ovvero circa sedici giorni all’anno. Il tutto a fronte di un aumento sul triennio pari a 435 euro. Nel settore degli alimentari, invece, si punta ad una riduzione dell’orario di lavoro pari a ventiquattro giorni in meno all’anno.
In quest’ultimo caso a fronte di un aumento pari a 300 euro sul quadriennio. Al momento comunque, è bene sottolineare, si tratta solo di proposte. Non è dato sapere, infatti, se con i prossimi rinnovi verrà dato maggior spazio ad un tempo importante importanze come la possibile riduzione dell’orario di lavoro e in quali termini, eventualmente, verrà applicato.