Pensione insegnanti, ecco tutte le scadenze da tenere a mente per chi ha presentato richiesta quest’anno per una delle varie forme di pensionamento a cui si può accedere.
Anche gli insegnanti, come tutti i dipendenti pubblici d’altronde, vanno in pensione seguendo le nuove regole arrivate dalla riforma Fornero in poi, quando si è deciso di eliminare, in quanto troppo costosa, la pensione di anzianità, lasciando attiva soltanto quella di vecchiaia.
Ciò che cambia per questa categoria sono soltanto le finestre temporali di attesa per il pensionamento o la liquidazione della pensione. Il motivo è abbastanza semplice da intuire: a differenza di tante altre categorie di lavori pubblici, l’anno lavorativo coincide per un insegnante con quello scolastico, e dunque inizia a partire da settembre.
Per questo i termini temporali rispetto ad altri dipendenti della pubblica amministrazione cambiano.
Pensione insegnanti, entro quando vanno maturati i requisiti minimi
La prima data da annotare, per tutti gli insegnanti che hanno già presentato richiesta per il pensionamento, è quella del 1 Settembre 2023. Questo è infatti il termine ultimo entro cui lo stato è tenuto ad erogare la liquidazione della pensione di vecchiaia a tutti gli insegnanti che hanno maturato un minimo di venti anni di contributi e hanno già compiuto 67 anni di età.
Tutti i requisiti minimi vanno però in questo caso maturati entro il 31 Dicembre. Questo termine vale anche per coloro che hanno presentato richiesta per ottenere la pensione anticipata, e avranno dunque tempo fino alla fine dell’anno per poter maturare i requisiti richiesti. Questi per gli insegnanti, sono attualmente fissati a 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.
La domanda può essere presentata quest’anno anche dai lavoratori precoci
La domanda può essere presentata anche dalla categoria dei lavoratori precoci, e che hanno iniziato a lavorare da giovanissimi. A patto però che abbiano maturato almeno 12 mesi di contributi, prima di aver compiuto 19 anni di età. Questa categoria può accedere alla pensione anticipata avendo maturato un minimo di 41 anni di contributi entro il 31 Dicembre del 2023, e avendo già ottenuto la relativa certificazione Inps in merito.
C’è poi la questione che riguarda tutto il personale scolastico che ha avuto la sua prima contribuzione registrata e accreditata prima della data del 1 Gennaio del 1996, e dunque prima dell’entrata in vigore del sistema contributivo. Anche per questa categoria, vale il conseguimento dei requisiti minimi per ottenere la pensione, maturati entro il 31 Dicembre 2023.
Pensione insegnante, cosa cambia per chi ha scelto il regime di cumulo
Ci sono poi le disposizioni che riguardano tutte le pensioni in regime di cumulo. E cioè di quegli insegnanti che hanno deciso di cumulare contributi ulteriori, nelle varie gestioni previdenziali, per poter maturare il diritto alla pensione anticipata. A questa categoria viene concesso di poter ottenere con almeno 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini, e 4 anni e 10 mesi per le donne.
C’è però una precisazione importante da fare in merito. Tutti i dipendenti pubblici del mondo della scuola, che hanno scelto di accedere alla pensione in cumulo, vedranno il loro trattamento di Fine Rapporto liquidato soltanto nel momento in cui vengono raggiunti i requisiti per la pensione ordinaria, e non prima. Ci sono poi gli insegnanti che quest’anno hanno la possibilità di aderire a Quota 10. I requisiti da raggiungere e perfezionare in questo caso, sono aver maturato almeno 38 anni di contributi e un minimo anagrafico di 62 anni di età.
Cosa cambia per chi ha aderito a Quota 100 e Quota 102
Sia Quota 100 che 102 non possono essere in alcun modo cumulati dal cittadino con altri redditi da lavoro. Con la sola eccezione dei redditi prodotti da lavoro occasionale, senza apertura di Partita Iva, fino alla cifra massima di 5 mila euro annuali.
Tutti gli insegnanti che hanno versato contributi in diverse gestioni previdenziali, hanno poi anche la possibilità di richiedere il diritto alla pensione totalizzante. Si tratta di un’opzione che può essere esercitata con un minimo anagrafico di 66 anni di età, e almeno 20 anni di contributi.
Il requisito anagrafico di 66 anni, viene meno nel momento in cui un lavoratore ha già maturato almeno 41 anni di contributi. Anche in questo caso, i requisiti, al momento della richiesta, devono essere raggiunti e perfezionati entro il 31 Dicembre 2023.