Occhio all’eredità! Cosa succede ai soldi prestati in vita in fase di successione? Ecco come funziona e le possibili conseguenze.
La divisione dell’eredità genera spesso delle grandi problematiche e sono in molti a chiedersi come funziona per i soldi prestati in vita dalla persona deceduta. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
La morte di una persona cara è, senz’ombra di dubbio, un momento molto difficile da affrontare. Dopo aver trascorso gran parte della propria esistenza assieme, infatti, è difficile accettare il fatto di non poter più condividere gioie e dolori con chi ha contribuito in qualche modo a rendere la nostra vita speciale.
Oltre all’aspetto emotivo bisogna fare i conti anche con quello burocratico. In particolare a destare interesse è l’eredità. A tal proposito, in effetti, sono in tanti a chiedersi come funziona per i soldi prestati in vita dalla persona deceduta. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Eredità e soldi prestati in vita, attenti alle conseguenze: tutto quello che c’è da sapere
Abbiamo già avuto modo di vedere come fare per risparmiare sui costi inerenti la pratica di successione. Sempre soffermandosi sull’eredità, inoltre, sono in molti a chiedersi cosa succede ai soldi prestati in vita. Ebbene, a tal proposito è bene ricordare che i prestiti, in quanto tali, prevedono la relativa restituzione.
Proprio per questo motivo i soldi che il defunto ha dato in prestito quando era in vita non possono essere impugnati dagli eredi. I prestiti, infatti, confluiscono nel patrimonio ereditario, con gli eredi che possono agire anche per vie legali al fine di vedersi restituire i soldi prestati dal compianto defunto.
A tal proposito è bene sottolineare che tutti coloro che hanno un debito con la persona defunta devono restituire quanto ottenuto, anche se si tratta di eredi. Se tutti gli eredi sono d’accordo, comunque, è possibile disporre che all’erede debitore venga corrisposta la somma corrispondente alla differenza tra il debito e la quota di eredità a cui ha diritto.
Sempre soffermandosi sui prestiti elargiti in vita del defunto, inoltre, si ricorda che se sono trascorsi più di dieci anni dal prestito o dall’ultima richiesta di pagamento da parte della persona defunta, allora il debito cade in prescrizione. Di conseguenza i soldi in questione non vanno a confluire nell’asse ereditario.