Cosa fare quando un cittadino si accorge di contributi mancati nell’estratto conto Inps sulla contribuzione previdenziali? Ecco la procedura da seguire e i possibili motivi.
Cosa accade quando un contribuente, arrivato ormai alla fine della sua carriera lavorativa, si accorge di avere un periodo del suo percorso previdenziali che risulta mancante, e dunque non coperto da contributi? La prima cosa da sapere è che tutte queste informazioni sono contenute nell’estratto conto che l’Istituto di Previdenza Sociale è tenuto a stilare per ogni singolo cittadino.
Un documento in cui devono figurare tutti gli accrediti maturati dal lavoratore nella gestione previdenziali Inps a cui risulta iscritto. Può ad esempio capitare, che questi contributi mancanti siano un errore diretto fatto dall’Inps nel calcolo e nella rendicontazione della carriera previdenziale del cittadino. In altri però, potrebbe anche trattarsi di un errore commesso dal contribuente, che ha magari dimenticato di espletare una procedura essenziale per la registrazione dei contributi.
Questa oltretutto, è una situazione che capita non di rado, quando il contribuente si ritrova a maturare dei contributi figurativi. Con questo termine, vanno intesi tutti quei contributi virtuali che lo stato concede al lavoratore per determinati motivi in cui deve assentarsi dal lavoro.
Contributi mancanti, ecco alcuni casi in cui può accadere
In casi come la disoccupazione, o lavori non continuativi, viene comunque data la possibilità al cittadino di maturare dei contributi figurativi, affinché prosegua il percorso di raggiungimento dei requisiti ordinari previsti per la pensione. Ci sono tanti casi, in cui questi contenuti possono essere accreditati presso l’Inps, soltanto dietro una richiesta diretta del cittadino.
E quando non accade, l’Istituto non è tenuto a registrarli, e dunque spesso si creano dei veri e propri buchi contributivi a causa di questa inadempienza. Cosa fare dunque, quando, consultando l’estratto conto contributivo Inps, ci si accorge di un periodo vuoto, in cui non sono stati registrati contributi? La prima cosa da verificare naturalmente, è se il datore di lavoro abbia compiuto nel modo corretto il versamento dei contributi del lavoratore a suo carico.
Se si accerta che il datore di lavoro ha effettivamente versato regolarmente quanto dovuto negli anni, il cittadino dovrà fare una comunicazione all’Inps, segnalando l’errore, e allegando tutta la documentazione che lo dimostra. Nel secondo caso, ovvero quello in cui invece il lavoratore accerta che la responsabilità diretta è del datore di lavoro, colpevole di non aver versato i contributi dovuti, il discorso può essere più complicato.
Anche se il datore di lavoro commette un errore, dopo cinque anni scatta la prescrizione
In primo luogo, bisogna verificare se sono trascorsi cinque anni da quando si è verificato questo inadempimento. Questo infatti è il termine in cui il mancato versamento cade in prescrizione, e dunque il lavoratore non ha più possibilità di addebitare l’errore al datore di lavoro. Così non fosse, a quel punto bisogna fare un’apposita segnalazione contributiva all’Inps, allegando tutta la documentazione che serve a dimostrare la responsabilità del datore di lavoro per il buco contributivo riscontrato nell’estratto conto.
Esiste un apposito servizio telematico a disposizione dei cittadini, nella sezione del fascicolo previdenziale dei contribuenti, sul sito dell’Istituto.
Per accedervi occorre essere in possesso delle credenziali SPID o di carta di identità elettronica, e in seguito accedere alla sezione “Posizione Assicurativa – Segnalazione contributiva”. Qui bisognerà indicare all’Inps il periodo mancante di contribuzione, allegando la documentazione prevista. Se l’errore è stato commesso dall’Istituto di Previdenza, la risoluzione della pratica, dopo gli accertamenti previsti, dovrebbe essere abbastanza veloce. Se invece l’errore è stato fatto dal datore di lavoro, i tempi per la correzione della pratica possono invece allungarsi per gli accertamenti che devono seguire subito dopo.