Dubai richiama i businessmen stanchi delle tasse imposte in Italia. L’investimento all’estero è realmente conveniente o solo uno specchietto per le allodole?
Il sistema fiscale italiano frena la fantasia e la volontà degli imprenditori che sempre più spesso decidono – a ragione – di spostare il proprio capitale all’estero.
L’Italia è una nazione ricca di fascino, storia, potenzialità e di tasse. La pressione fiscale è altissima tanto da portare all’esasperazione gli imprenditori. La tutela del capitale è l’obiettivo principale ma nella nostra penisola difficilmente si raggiunge. Dove c’è volontà di far fruttare i soldi, accrescere le risorse e implementarle c’è inevitabilmente lo scontro con il sistema fiscale italiano. Numerosi businessmen stanchi di combattere costantemente contro le tasse compiono una scelta, lasciare il Paese per raggiungere orizzonti migliori come quello promesso da Dubai. E sempre più imprenditori seguiranno questa strada dal momento che chi esce dall’Italia realizza i suoi desideri di guadagno. Ma perché proprio Dubai?
Dubai è la meta preferita dai businessmen, perché?
I pregi di Dubai agli occhi degli imprenditori sono numerosi. Una burocrazia snella, un Governo sostiene l’economia, una normativa chiara e trasparente, un mercato-ponte tra Oriente e Occidente nonché una fitta rete di professionisti di alto livello. Semplici e precisi motivi che hanno portato la città degli Emirati Arabili al top della classifica delle aree più performanti del mondo. E da qui la decisione dei businessmen di investire a Dubai.
Tutto questo, però, potrebbe cambiare presto. La pessima notizia che circola riguarda l’introduzione di una tassa, la Corporate Tax, annunciata dal Governo degli Emirati Arabi Uniti. Entrerà in vigore dal 1° giugno 2023 ma la decisione non ha fatto molto scalpore tra gli imprenditori.
Cosa cambierà con l’introduzione della Corporate Tax
All’annuncio dell’introduzione della Corporate Tax non sono seguite manifestazioni di disappunto perché la tassa era attesa. Inoltre non stravolge le logiche fiscali interne della città tanto da far avere dei ripensamenti agli uomini d’affari italiani o di altre nazioni. Gli investimenti continueranno ad arrivare e il Governo supporterà sempre l’economia e i suoi protagonisti con strategie politiche di sostegno proprio agli investimenti stranieri. Ma allora come mai l’introduzione di una tassa?
Semplicemente per soddisfare gli standard internazionali con riferimento alla trasparenza fiscale. Grazie alla Corporate Tax le imprese verranno incentivate a rafforzare la presenza nel territorio e ad implementare l’operatività a Dubai o negli EAU in generale. Parliamo, tra le altre cose, di un contributo minimo, tra i più bassi dell’intero pianeta. Inoltre gli incentivi fiscali delle Free Zone non verranno toccati.
Ancora una volta, dunque, Dubai si dimostra a favore degli investimenti stranieri e la conseguenza sarà una sola. Tanti altri imprenditori italiani sposteranno il capitale nella città degli Emirati Arabi per rendersi liberi dalla pressione fiscale della nostra nazione.