TFS, sempre più dipendenti pubblici quest’anno, hanno deciso di non richiedere l’anticipo a causa di una situazione ormai ingestibile. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo.
Il Trattamento di Fine Servizio è un’indennità economica che si consegue al termine del rapporto lavorativo, a cui hanno diritto tutti i lavoratori del settore pubblico. Si tratta oltretutto di un beneficio che scatta in automatico.
I contribuenti non sono infatti tenuti a presentare alcuna domanda per riceverlo. Viene infatti compreso in tutti i contratti di lavoro con gli enti pubblici, e inizia ad essere maturato a partire dalla prima mensilità di stipendio.
Il lavoratore pubblico ha la possibilità di ritirare questa liquidazione anche in una sola soluzione al termine della sua attività professionale. Questo però viene concesso soltanto nei casi in cui la cifra sia inferiore ai 50 mila euro. Se invece supera questo limite, si potrà invece ricevere il TFS in due quote distinte da 50 mila euro l’una, per un massimo di 100mila euro. Le rate in cui deve essere erogata la liquidazione economica, diventano invece tre, nel caso in cui l’importo del TFS supera la cifra di 100mila euro.
TFS, come funziona l’anticipo della liquidazione per i dipendenti pubblici
I lavoratori pubblici hanno inoltre anche la possibilità di poter ottenere in modo anticipato la somma che deriva dal TFS. Un meccanismo che spesso è stato utilizzato dai dipendenti pubblici, nonostante le piccole penalizzazioni economiche che comportava. L’anticipo del TFS può infatti essere richiesto soltanto tramite il prestito ponte concesso da un istituto di credito privato. E questo significa che andranno sempre corrisposti degli interessi sul prestito ottenuto come anticipo TFS alla banca.
Quest’anno però si sta verificando una preoccupante inversione di tendenza, che potrebbe portare ben presto a rendere l’anticipo del TFS, molto utilizzato negli anni scorsi, uno strumento molto poco conveniente.
Perché quest’anno nessuno chiede l’anticipo del TFS? Ecco cosa sta succedendo
Con gli attuali tassi di interesse infatti, richiedere la liquidazione anticipata del trattamento di fine servizio, non conviene più economicamente. Il lavoratore finisce infatti per perdere troppi soldi, da corrispondere come interesse alla banca che ha fatto da intermediario per il prestito ponte. I tassi di interesse che le banche richiedono per il prestito ponte, sono attualmente al 5 per cento.
Una percentuale abnorme, che fa chiaramente capire il motivo per cui quest’anno tanti dipendenti hanno deciso di rinunciare a richiedere l’anticipo. Esiste però un’alternativa che potrebbe rendere ancora conveniente l’anticipo del TFS. L’INPS infatti concede in alcuni casi direttamente il prestito, agendo come una vera e propria banca, e senza alcun tipo di limite sull’importo che deve essere erogato.
Il tasso di interesse viene fissato all’1 per cento e maggiori informazioni, sui lavoratori pubblici che possono presentare richiesta, possono essere trovate sul sito dell’INPS.