Negli ultimi mesi, si è tornati a parlare della possibilità di introdurre il quoziente familiare come nuovo sistema di calcolo del reddito delle famiglie. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
L’Irpef è un sistema di tassazione sul reddito individuale dei cittadini, che prevede delle aliquote che aumentano in modo proporzionale al reddito dichiarato nell’Isee. Va sempre intesa come un’imposta individuale, il cui scopo è considerare sempre e comunque il singolo reddito del contribuente.
Un sistema che però secondo molti ha creato dei problemi nell’accesso alle misure assistenziali da parte delle categorie più disagiate della popolazione. Capita spesso infatti, che tramite il calcolo Irpef, un cittadino venga considerato “più ricco” di quanto in realtà sia, e si vede dunque negati dei benefici di cui in realtà ha diritto. Per questo sono ormai tantissimi anni che si parla della possibilità di introdurre il quoziente familiare come nuovo sistema di tassazione.
Si tratta di un metodo di calcolo dell’imposta molto diverso da quello previsto attualmente con l’Irpef. In questo caso infatti l’imposta viene calcolata non avendo più come riferimento il reddito individuale del cittadini, ma quello invece complessivo del nucleo familiare. La proposta oltretutto è molto “antica” nel nostro paese: è infatti da inizio anni duemila che si discute di una sua possibile introduzione.
Nel 2009, c’è stato un esperimento che serviva a testare il suo funzionamento su scala nazionale, con il Comune di Parma che applicò il quoziente familiare a livello locale, per capire come cambia l’accesso ai servizi essenziali per i cittadini con meno possibilità economiche. Il quoziente familiare segue un principio molto semplice: provare a garantire ai componenti di un nucleo familiare in difficoltà economiche, le stesse risorse. Il calcolo avviene andando a dividere la somma complessiva dei redditi del nucleo familiare per un coefficiente pari al numero di componenti della famiglia.
Bisogna subito precisare però che il valore del coefficiente non è mai fisso. Varia invece a seconda di alcune caratteristiche che si attribuiscono al nucleo familiare. Nel nostro paese in realtà esiste già uno strumento che può essere considerato simile, nei principi e nel funzionamento, al quoziente familiare. Si tratta dell’Isee, Indice della Situazione Economica Europea.
Questo è attualmente lo strumento di calcolo del reddito, che definisce i parametri entro cui una persona può ricevere degli aiuti economici dallo stato italiano. Sono tante ad esempio le misure di sostegno per chi dichiara un Isee inferiore ai 15mila euro, in quanto quello è il limite entro cui lo stato considera un cittadino in grande difficoltà economica. L’Isee considera anche il reddito complessivo del nucleo familiare, a cui però ad esempio aggiunge sempre il 20 per cento del valore patrimoniale complessivo degli immobili che detiene.
Questa norma, che in tanti paesi europei può aiutare a individuare la vera ricchezza di un individuo, in Italia si rivela invece fin troppo discriminante. Avendo avuto a partire dal dopoguerra una cultura del risparmio sconosciuta al resto del vecchio continente, oggi sono tantissimi gli italiani che possiedono una casa di proprietà.
Ma questo in molti casi non significa che siano avvantaggiati nel reddito complessivo che detengono. In primo luogo perché la tasse e le imposte sulle case di proprietà continuano a restare molto alte. Inserire questo tipo di ricchezza nel reddito, significa spesso alterare la vera situazione economica dell’individuo.
E difatti, il patrimonio immobiliare viene escluso dal quoziente familiare. Nell’ultimo anno, si è parlato sempre più spesso della possibilità di introdurre questo nuovo sistema di calcolo a livello nazionale. Ci sono però molte incognite che non sono state risolte. Uno dei timori è che questo nuovo sistema di calcolo possa finire involontariamente per favorire le famiglie più numerose, che in proporzione, finiranno per avere aiuti economici più consistenti a prescindere dalla situazione reddituale individuale dei componenti.