Sentiamo tanto parlare di tasso di inflazione, soprattutto nell’ultimo anno perché è schizzato alle stelle. Ma sappiamo davvero cos’è?
Nell’ultimo anno il tasso di inflazione registrato in Italia ha raggiunto gli 8,9 punti percentuale. Si tratta di un incremento sostanzioso, che rappresenta uno dei valori più alti toccati negli ultimi 40 anni.
A causa del tasso di inflazione, i cittadini assistono ad un aumento dei costi di generi di prima necessità. In realtà, è il costo della vita ad essere aumentato notevolmente a causa della crisi economica ed energetica di inizio 2022. Di conseguenza, si è assistito ad un rialzo dei tassi di interesse deciso dalla Banca Centrale Europea. Lo scopo del rialzo è quello di arginare il più possibile il tasso di inflazione.
Per questo motivo, a luglio 2022, la BCE aveva valutato un aumento di 50 punti base. Si è trattato di un evento storico, considerando che erano circa 11 gli anni trascorsi con tassi di interesse stabilmente nulli. Ad ogni modo, a settembre 2022 la BCE ha disposto un ulteriore aumento di 75 punti.
Ma esattamente cos’è l’inflazione e cosa determina l’aumento del tasso?
Tasso di inflazione: facciamo chiarezza
Con il termine inflazione si fa riferimento all’andamento del prezzo nel corso del tempo. In sostanza, l’inflazione serve a misurare la velocità con la quale i prezzi dei beni e dei servizi aumentano.
Grazie al tasso di inflazione è possibile quantificare anche la diminuzione del potere d’acquisto del denaro in un determinato arco di tempo. Ad ogni modo, per essere più specifici è opportuno sottolineare che il tasso di inflazione è un dato che si basa su due valori:
- Nominale, ovvero il valore numerico del denaro;
- Reale, il valore del denaro in base ai beni e i servizi che è possibile acquistare con una determinata cifra.
Il tasso di inflazione spiegato con un esempio pratico
I concetti economici vanno sempre spiegati con esempi pratici, per poter essere compresi a fondo.
Nel caso del tasso di inflazione proviamo ad immaginare di avere una somma di denaro pari a mille euro. Se lo scorso anno il tasso era del 10%, alla fine dell’anno il valore nominale del capitale sarà ancora pari a mille euro.
Ma a causa dell’inflazione, trascorsi dodici mesi sarà necessario spendere 1100 euro per comprare ciò che si sarebbe potuto acquistare con €1000 l’anno precedente.
In sostanza, il capitale ha subito una svalutazione del 10%, a causa dell’inflazione che ha inciso sul valore reale del denaro. Di conseguenza, il risparmiatore ha assistito ad un deprezzamento del proprio denaro.
Come si misura l’inflazione?
Il tasso di inflazione viene misurato tenendo conto del prezzo di un paniere di beni e servizi rilevato dall’ISTAT. In pratica, l’Istituto nazionale di statistica crea un paniere nel quale vengono inseriti i beni e servizi. Il valore del paniere è confrontato con quello dell’anno precedente e il tasso d’inflazione che corrisponde alla variazione percentuale del prezzo.
Ogni anno il paniere ISTAT cambia in base alle abitudini dei consumatori italiani. Ad ogni modo, l’inflazione può essere misurata in base a tre diversi indici:
- L’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività, che prende in considerazione i consumi di tutte le famiglie presenti in Italia;
- L’indice armonizzato dei prezzi al consumo, che compare ai consumi italiani con quelli degli altri paesi dell’Unione Europea;
- Il FOI, ovvero l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.
Inflazione 2022
Ora che sappiamo cos’è il tasso di inflazione e in che modo viene calcolato, scopriamo come sono cambiati i prezzi nel 2022.
In base ad un’elaborazione effettuata dalla Coldiretti, partendo dai dati ISTAT, ecco le variazioni di alcuni beni di consumo:
- Olio di semi=0,69
- Burro =0,28
- Pasta =0,23
- Farina =0,21
- Pomodori =0,19
- Pesca = 0,19.