In molte situazioni monete che definiamo quasi usuali, comuni, possono rivelarsi dei veri e propri oggetti quasi di culto.
Le dinamiche che nella maggior parte dei casi caratterizzano il contesto collezionistico, si tingono di mistero se a scrutarle è il cittadino non coinvolto personalmente nelle stesse logiche. Al di fuori dell’ambiente in questione, infatti, cosi come di fatto può capitare in ogni situazione, si fatica a comprendere quelli che sono gli aspetti dominanti e anche di fatto caratterizzanti. In primis, la questione valutazione degli stessi oggetti. Chi regola il tutto?
Niente di particolarmente complesso. Studiare i tratti di un particolare contesto, seppure intendendo quello collezionistico non è certo qualcosa di impossibile. Iniziano con il dire che a regolare il tutto, ci pensa lo stesso mercato. Le logiche che nella maggior parte dei casi non si riesce a comprendere nascono da li. Il mercato, sempre e solo il mercato è capace di stabilire in un preciso momento chi sale e chi scende nei gradimenti, per intenderci e non solo.
Un mercato forse in alcuni casi unico, assolutamente indipendente da tanti altri fattori. Prendiamo il collezionismo di monete, per dire, o anche quello di banconote, ancora più vicino al tema che si andrà a trattare. Di banconote, infatti, si andrà a parlare. Oggetti di uso quotidiano che spesso nemmeno consideriamo potenzialmente preziosi. Oggetti, per l’appunto per i quali spesso non comprendiamo il perchè delle relative valutazioni.
Le modalità che caratterizzano il processo valutativo, per intenderci, restano bene o male identiche al contesto delle monete, sempre da collezionismo e dei francobolli. Numerosi elementi ma nessuno di esso da considerare, in qualche modo universale. Per intenderci, un vecchio esemplare non è detto che debba valere tanto, cosi come un nuovo non è detto che valga poco. Anno di produzione, soggetto rappresentato, motivazioni che hanno spingo alla stessa rappresentazione, questi alcuni semplici elementi da considerare.
E ancora, tiratura dell’esemplare in questione, eventuale appartenenza a serie speciali, condizioni di conservazione, eventuale presenza di errori di stampa. Elementi che insomma vanno a costruire la struttura, per cosi dire, che porterà in seguito a una specifica valutazione dell’esemplare in questione. Niente di particolarmente complesso, per intenderci, un processo che risponde a logiche che nella maggior parte dei casi conoscono abbastanza bene. Ciò non esclude, però, spesso, la presenza di particolari sorprese.
Banconote, euro: l’esemplare da 20 euro che fa letteralmente impazzire i collezionisti
Cosi come anticipato non è assolutamente automatico immaginare una valutazione per cosi dire consistente per un esemplare per cosi dire “datato”. L’esempio più rilevante riguarda infatti alcuni esemplari di euro. Parliamo di una monete in circolazione da circa vent’anni, che però riesce, attraverso a specifici esemplari a far già letteralmente impazzire i collezionisti di mezzo mondo. Il motivo è molto semplice, alcuni “pezzi”, per intenderci, sono praticamente introvabili.
Il taglio in questione, è quello da 20 euro, un esemplare insomma più che mai popolare. Realizzata in carta cotone, questa banconota ha una dimensione di 133 mm x 72 mm. Sul fronte un ponte in stile gotico che simboleggia uno specifico periodo artistico architettonico europeo. Il ponte è rappresentato circondato dalle dodici stelle dell’Unione europea e dallo stesso nome della valuta nelle diverse lingue della stessa unione. Sul retro, poi troviamo la regione europea di origine dello stesso ponte rappresentato sull’altra facciata della banconota.
Tra gli esemplari di maggior valore del taglio da 20 euro troviamo sicuramente quelli definiti specimen. La definizione in questione riguarda esemplari prodotti per test e valutazioni specifiche in merito alla stessa circolazione della banconota. In alcuni casi, poi, lo stesso esemplare è utilizzato come omaggio ad alte cariche istituzionali. Parliamo quindi di “oggetti”, particolarmente prestigiosi e di conseguenza dal valore sicuramente importante.
Tali banconote, quindi, di conseguenza non sono immaginate per la pura e semplice circolazione. Ragion per cui se ne discute, in genere, esclusivamente in virtù di una collocazione collezionistica della stessa. Un esemplare in perfette condizioni di conservazione arriva a valere, oggi, circa 1200 euro, una cifra realisticamente parlando, altissima. In alcuni casi, poi, lo stesso esemplare è stato messo in vendita anche a cifre molto più alte su specifiche piattaforme web. Il record di prezzo richiesto, finora è di 11mila euro. Un esemplare, insomma particolarmente ambito, come è facile immaginare. Fiore all’occhiello di una collezione che nonostante la “breve età”, fa già sognare schiere di collezionisti in ogni angolo del mondo.