Una sentenza che in qualche modo farà certo discutere milioni di italiani. La vicenda in qualche modo riguarda moltissime persone.
La vicenda che ha caratterizzato questo particolare caso giudiziario potrebbe in qualche modo avere molto di familiare in diversi contesti domestici nel nostro paese. Certo, nel caso specifico parliamo di situazioni estreme, ma alla base c’è qualcosa che riguarda milioni e milioni di italiani. I fatti raccontano, nello specifico della volontaria privazione di un bisogno assolutamente primario pur di risparmiare sulla bolletta. Più estremo di cosi?
A cosa sarebbero disposti gli italiani pur di risparmiare a fine mese sui costi ormai impazziti derivanti dalle varie utenze. Rispetto agli anni passati, cosi come risaputo, parliamo di bollette letteralmente raddoppiate. Non tutti, al giorno d’oggi, considerate tutte le altre difficoltà, riescono a sostenere tali ritmi, per cosi dire. Situazioni imposte da una crisi forse senza precedenti che ha letteralmente travolto ogni tipo di dinamica e contesto.
Nel caso specifico a sedare gli animi di una situazione domestica che era sfociata ormai in ben altro è stata addirittura necessaria una sentenza della Corte di Cassazione. Il tutto nasce da una vicenda avvenuta a Bologna, con protagonista un marito particolarmente parsimonioso che ha letteralmente portato alla disperazione la stessa moglie. Un controllo maniacale su qualsiasi tipologia di uscita di denaro riguardante la sua famiglia, ma non è tutto.
Nello specifico, l’uomo, pretendeva, insomma, di dettare ogni regola. Cosa acquistare, dove acquistare, quando acquistare, per intenderci. Qualcosa che insomma riguardava anche la spesa quotidiana, manifestando quindi evidentemente una certa sfiducia nelle stesse metodologie di sua moglie. Ma non è tutto. Le ristrettezze imposte riguardavano anche la cura della casa e l’abbigliamento, ma c’è dell’altro, qualcosa di ancora più particolare.
La donna, ha infatti raccontato di essere stata costretta ad utilizzare non più di due strappi alla volta di carta igienica, per esempio. Una sola posta e un solo piatto per il pasto, per limitare il consumo di acqua. La bacinella da riempire per lavarsi il viso, per evitare il solito spreco di acqua. In ultimo, la doccia, che alla donna era consentita soltanto una volta alla settimana. Il minimo essenziale, insomma, per far fronte alle spese domestiche, nelle intenzioni del coniuge.
La sentenza 6937/23 pubblicata il 17 febbraio 2023 dalla sesta sezione penale giudica la condotta del marito violenta e definisce il tutto come un vero e proprio maltrattamento ai danni della moglie. Inoltre lo stesso regime imposto dall’uomo pare prescindesse da eventuali difficoltà economiche. “Comportamenti accompagnati da modalità di controllo particolarmente afflittive”. Atteggiamenti che vedevano la donna “costretta a buttare via gli scontrini, a nascondere gli acquisti, a lasciare la spesa a casa dei genitori, a chiedere alle amiche di dire che le avevano regalato qualcosa che aveva acquistato”.
In ogni caso giusto precisare che si prende in considerazione, in questo caso una famiglia in cui entrambi i coniugi hanno un lavoro, quindi, cosi come anticipato, con ristrettezze imposte forse addirittura non necessarie. La donna, in un primo momento aveva quasi tollerato le bizzarre posizioni del marito, per poi crollare definitivamente di fronte ai ripetuti attacchi dovuti evidentemente alla sua di condotta. In tutto ciò, i giudici chiariscono ancora meglio le ragioni della decisione presa.
“Il rapporto matrimoniale impegna ciascuno dei coniugi a un progetto di vita che riguarda anche le spese e il risparmio, senza che questo diventi un obbligo. È indiscutibile – si legge ancora nella sentenza – che tale stile di vita debba essere condiviso e non possa essere imposto, men che meno in quelle che sono le minimali e quotidiane esigenze di vita in casa e accudimento personale”. Altro esempio raccontato dalla stessa donna riguarda un tovagliolino di carta da lei gettato dall’immondizia. Da li la reazione del marito che raccoglie dalla stessa immondizia il tovagliolino e lo taglia in dieci pezzi da riutilizzare nuovamente.
L’avvocato e presidente dell’Associazione Italiana di Diritto e Psicologia della Famiglia Marco Meliti, ha spiegato al quotidiano “Il Messaggero” che questa sentenza è la dimostrazione che il maltrattamento psicologico è pari a quello fisico. “Bisogna ricordare che la tirannia economica rappresenta una delle più subdole forme di controllo e di violenza. Che mortifica giorno per giorno chi la subisce. E diventa terreno fertile per altre forme di violenza”. Storie di ordinaria follia, potrebbero essere definite, eppure queste stesse storie, spesso, in un modo o nell’altro possono caratterizzare il nostro quotidiano, oggi più che mai.