Il tumore al polmone è una delle neoplasie più diffuse e più mortali. Ma c’è una novità che dà speranza ai pazienti.
Ci sono diverse tipologie di tumore al polmone: a piccole cellule e non a piccole cellule. Quest’ultima categoria è quella che caratterizza la gran parte dei casi clinici.
Ad ogni modo, uno dei fattori di rischio del tumore al polmone è il fumo di sigaretta, anche passivo. Fermo restando che questo tipo di neoplasia può svilupparsi anche da pazienti non fumatori. Ad ogni modo, il tumore al polmone resta una patologia subdola, che si manifesta in modo evidente solo quando si trova nello stadio più avanzato.
Dunque, si tratta di uno di quei tumori difficili da diagnosticare, per i quali spesso si arriva alla diagnosi quando è ormai troppo tardi. Di fatto, la prognosi è infausta in molti casi, con un tasso di sopravvivenza medio, a 5 anni, del 16% per gli uomini e del 23% per le donne.
In Europa, il tumore al polmone è la seconda neoplasia più diffusa tra gli uomini e la terza tra le donne.
Ma c’è una nuova strategia diagnostica che potrebbe rappresentare la svolta.
Tumore al polmone: c’è una grande novità
Ogni anno, ci sono 8000 nuove diagnosi di tumore al polmone. Ma, per fortuna, è in arrivo una nuova strategia diagnostica che prevede la cosiddetta biopsia liquida e che permetterà a molti pazienti di trarne un enorme beneficio.
Questo tipo di biopsia rappresenta un banale prelievo di sangue, che permette di monitorare l’evoluzione del tumore. In questo modo, il paziente può essere indirizzato verso il trattamento e la terapia più efficace. Tutte queste informazioni sono state rese note alla presentazione del libro «Liquid Biopsy. New Challenges in the Era of Immunotherapy and Precision Oncology» alla Camera dei Deputati.
Biopsia liquida: di cosa si tratta
Quando si parla di biopsia liquida si fa riferimento ad un banale esame ematico, che permette di rintracciare all’interno del sangue il materiale di origine tumorale. Principalmente, nel sangue è possibile rintracciare cellule, proteine, DNA oppure RNA provenienti dal tumore al polmone.
Occorre però specificare che con il termine biopsia liquida non si fa riferimento ad una tecnica che permette di diagnosticare il cancro. Si tratta semplicemente di un metodo che consente di valutare l’evoluzione della neoplasia.
Dunque, per la diagnosi del tumore è comunque necessario effettuare un prelievo di tessuto tumorale. Tuttavia, grazie alla biopsia liquida è possibile identificare i marcatori prognostici e predittivi.
Utilizzando questa nuova strategia diagnostica, i medici hanno riscontrato diversi vantaggi. In effetti, grazie alla biopsia liquida è possibile eseguire le procedure in maniera più rapida e meno invasiva, rispetto alla biopsia tradizionale. Inoltre, si tratta di un semplice prelievo del sangue che non prevede grosse complicanze a differenza della biopsia tradizionale, che è decisamente più invasiva e comporta maggiori complicanze e tempistiche più lunghe.
Dopotutto, il tumore è un tipo di patologia che si evolve nel tempo. Grazie alla biopsia liquida è possibile tenere sempre sotto controllo l’evoluzione del tumore, riuscendo così a modificare in tempo utile le scelte terapeutiche, indirizzando il paziente verso la soluzione più idonea e appropriata.