Vera e propria icona vivente della televisione italiana, di recente è emersa la questione sulla pensione di Pippo Baudo. In modo spiazzante.
Inutile nasconderlo. Se si parla di storia della televisione italiana, almeno d’impatto, i nomi che ci vengono in mente sono pochi e sempre gli stessi. E questo nonostante, negli anni, si siano succeduti grandissimi conduttori e showman, ognuno in grado di apportare il suo contributo alla crescita della nostra tv.
Uno di questi è certamente quello di Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo, per tutti Pippo Baudo, vera e propria pietra miliare della tv di casa nostra. Conduttore del Festival di Sanremo per tredici volte (record) fra il 1968 e 2008, assieme a Mike Bongiorno e Corrado rappresenta uno dei capisaldi della nostra cultura, declinata all’intrattenimento e al varietà televisivo.
Chiaro che un personaggio simile racchiuda in sé i ricordi di almeno un paio di generazioni di spettatori. Quelli che hanno conosciuto la prima televisione commerciale e coloro che l’hanno vista cambiare in ciò che è oggi, con miriadi di canali e la possibilità di accedere a un’offerta estremamente variegata. Prima non era davvero così. E il primo canale era una sorta di catalizzatore delle prime serate della classe media italiana, quella successiva al boom economico e fino all’avvento della tv digitale, da inizio millennio in poi. Pippo Baudo è un ponte di collegamento fra le generazioni, artefice del prima e apripista del posto.
Ottantasette primavere il prossimo 7 giugno, il conduttore siciliano ha recentemente detto la sua sulla televisione di oggi e non sempre in termini lusinghieri. Del resto, il piccolo schermo non è più quello di qualche anno fa. E non bisogna per forza tornare alla tv in bianco e nero, ma basterebbe un salto indietro di una ventina d’anni per accorgersi della differenza. Fra i successi rivendicati da Baudo, ad esempio, quello del programma Fantastico, vera e propria trasmissione cult e simbolo della tv dell’intrattenimento. Musica, spettacolo e grandi personaggi transitati per apportare il loro contributo. Oltre che delle sigle storiche, come Sugar sugar di Lorella Cuccarini, overture di Fantastico 6.
Ma per chi è meno curioso rispetto alla sua carriera e si preoccupa di più dei compensi percepiti lungo di essa, il discorso si estende parecchio. Concentrandosi, naturalmente, su quella che oggi potrebbe essere la sua pensione. Un argomento riemerso, quando a tirarlo fuori, involontariamente, è stata la cantante Orietta Berti. Parlando della sua pensione, l’Usignolo di Cavriago ha spiegato di aver “versato i contributi per 50 anni, ma nonostante ciò mi ritrovo con 900 euro di pensione così come Pippo Baudo“. Il problema, ha detto la cantante, è che molti contributi non sarebbero stati versati. “Quelli dal 1965 a metà anni Ottanta in particolare: in quel periodo, nessuno ti versava i contributi. Era prassi. E ora eccoci qui”. Come lei, naturalmente, tanti altri.