La nuova misura che in qualche modo dovrebbe servire a far dimenticare il reddito di cittadinanza. Di cosa parliamo?
Gli ultimi tempi non fanno certamente del nostro paese il posto migliore per viverci. Non solo la crisi, con i suoi tentacoli al momento assolutamente infiniti e fatali, a breve ci si dovrà scontrare con un’altra vera e propria emergenza sociale. Il nuovo Governo, guidato da Giorgia Meloni, come si sa ha eliminato il reddito di cittadinanza, in vigore, in quanto misura, tranne che per rari casi tipo sopraggiunta età o disabilità fino al prossimo luglio.
Al di la di ciò che si può o meno pensare in merito all’intervento del Governo sulla questione reddito di cittadinanza, è giusto, in ogni caso, che si pensi adesso a una tipologia di misura che possa in qualche modo sostenere quelle famiglie particolarmente disagiate che prorpio attrerso la misura bandita, di fatto provvedevano a sostentarsi. Una delel soluzioni, sulla quale però, si sa davvero poco è il reddito alimentare. Di cosa parliamo nello specifico?
Cosi come previsto dalla legge di Bilancio 2024, questa misura avrà l’obiettivo di aiutare le persone in difficoltà. In linea di massima non è ancora ben chiaro, cosi come anticipato, in che modo si andrà ad incidere sotto questo punto di vista. Quello che dovrebbe essere certo è che le famiglie, per cosi dire, bisognose, potrebbero ricevre dei veri e propri pacchi di beni alimentari con i quali avvantaggiarsi, in un certo senso, rispetto alle eventuali difficoltà della spesa quotidiana.
La misura in questione avrebbe in un certo senso un doppio significato, una doppia intenzione. Si andrebbe, cosi come anticipato a contrastare quella che è la difficoltà quotidiana dei cittadini di reperire, alimenti, per dirla in breve, preservandone anche eventuali e scarse finanze, e poi si compirebbe anche un altro tipo di operazione. Prevenire, lo spreco di cibo. Prendiamo per esempio ciò che succede nei supermercati praticamente di tutto il mondo.
Prodotti che vengono eliminati dagli scaffali e successivamente eliminati perchè magari hanno le confezioni accartocciate, per dire. O magari, per esempio alimenti che non soddisfano dal punto di vista delle esigenze dei vari consumatori, quei particolari standard, giusti o meno, esistenti o meno. Tutto questo cibo, insomma, potrebbe essere destinato a chi è in difficoltà economiche e di conseguenza si affronterebbero, insieme due diverse problematiche.
La misura, in un modo o nell’altro sembra essere abbastanza definita. Si prova a contrastare il diffuso, purtroppo anche troppo, problema dell’indigenza. Niente più reddito di cittadinanza ma reddito alimentare, due prolemi da contrastare in uno, cosi come anticipato. I cittadini saranno quindi in qualche modo censiti, per comprendre dove realmente occorre intervenire per lo stesso Governo. Il tutto non sarà certo semplice.
Al momento, affinchè il tutto possa dirsi completato si resta in attesadi alcuni decreti attuativi che possano definire a meglio la situazione. Nei prossimi mesi, assicurano dal Governo, il tutto dovrebbe essere completato. In partiolare al fine di definire in tutto e per tutto il disegno stesso della misura occorerà definire:
Gli stessi pacchi alimentari, in un primo momento, immaginato quasi una forma sperimentale della stessa misura, saranno inizialmente distribuiti a Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Roma Capitale, Cagliari, Catania, Messina, Palermo e Sassari. In una seconda fase, la distribuzione interesserà anche le province e, a seguire, i piccoli centri abitati. Altro aspetto da definire è quello che riguarda la creazione, per cosi dire, dei vari centri di distribuzione.
In ogni caso la questione povertà nel nostro paese è oggi più che mai seria. Nel Rapporto 2022 su povertà ed esclusione sociale della Caritas, si può leggere che nel 2021 le persone in condizione di povertà assoluta in Italia sono sono state circa circa 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni erano bambini. Aumenta, dunque, di chi si è rivolto alla Caritas in cerca di aiuto, che nel 23,6% dei casi è un lavoratore povero. “Lavoratori poveri, disoccupati, piccoli commercianti e artigiani costretti a chiudere, lavoratori irregolari che, oltre non avere nessun diritto e nessuna tutela lavorativa, non possono neanche accedere ad aiuti e sussidi. E ancora pensionati e famiglie numerose”. Questi secondo la Caritas, sono oggi i “nuovi poveri”. La situazione è molto più grave di quanto si possa immaginare.