Da molti anni ormai il fenomeno è presente su tutto il territorio nazionale. Nonostante le indagini però, tutto sembra invariato.
Il fenomeno in questione è quello dell’Iptv, la quinta essenza della pirateria nel nostro paese e non solo. Abbiamo ben presente, oggi, quanto costi abbonarsi non solo alle varie piattaforme di intrattenimento, alla tv satellitare e a tutto ciò che produce eventi per i quali occorre pagare profumatamente. Se si volesse avere un abbonamento a tutte le realtà esistenti per seguire calcio, sport vari, cinema, intrattenimento e quant’altro, non basterebbero 100 euro al mese.
Soltanto dieci euro per avere a disposizione l’intera gamma di canali a pagamento fruibili nel nostro paese, una vera pacchia insomma. In alcuni basta addirittura meno di dieci euro. Da anni ormai questo tipo di fenomeno ha letteralmente invaso il nostro paese con una copertura praticamente totale, nord, sud, centro e isole. La rete di coloro capaci di mettere a disposizione tale servizio è praticamente infinita. Organizzazioni complesse e ben ramificate.
L’intermediario ultimo, tra l’utente e il pacchetto da sogno può trovarsi sul web o magari in strada, addirittura, spesso con un proprio riparazioni tv e cose simili. Una tipologia di commercio fiorente, che danneggia, chiaramente le grandi emittenti che in questo modo vedono calare vertiginosamente il numero dei propri abbonati. Le forze dell’ordine in tutto questo non stanno a guardare e proprio di recente hanno risposto a tale fenomeno con una azione senza precedenti.
Perquisizioni e sequestri in 23 province italiane, soltanto pochi mesi fa, per una operazione condotta dalla Polizia Postale di Catania. L’inchiesta “Gotha”, ha praticamente messo le mani sul 70% di streaming illegale nazionale, una rete composta da oltre 900mila utenti, e introiti mensili per milioni e milioni di euro. L’inchiesta in questione è stata coordinata dai magistrati della procura di Catania, e ha visto sul campo gli uomini della polizia postale e delle comunicazioni del capoluogo etneo. Perquisizioni e sequestri i in diverse parti d’Italia.
Tra le città toccate dalle indagini troviamo Catania, Palermo, Trapani, Napoli, Salerno, Roma ma anche alcune cittadine inglesi, tedesche e tunisine. Le trasmissioni maggiormente fornite erano quelle delle di Sky, Netflix, Dazn, Amazon Prime e Mediaset. Un giro d’affari, si pensa, da ben 10 milioni al mese.
“Una indagine molto importante quella portata a termine dai nostri agenti – aveva sottolineato Ivano Gabrielli, direttore del servizio di polizia postale e delle comunicazioni – non solo per l’ingente giro di denaro ma anche per il numero degli indagati e quello dei fruitori del servizio. La pirateria audiovisiva – ha continuato – crea un danno enorme alle pay tv e tutti i lavoratori che girano attorno al mondo dell’intrattenimento. Quella di oggi – ha concluso – è solo la punta dell’iceberg”.
Le indagini, in questo senso sono solo all’inizio. La stessa operazione ha portato al sequestro non solo di numerosi server ma anche di una quantità considerevole di denaro contante. I segnali di coloro che sono stati fermati, sono stati di fatto oscurati e di conseguenza anche gli stessi “abbonati” al servizio chiaramente illegale hanno subito un duro colpo. Il dubbio di molti riguarda proprio la sicurezza di questi ultimi. Molti infatti pensano che non possano mai essere rintracciati o per lo meno colpiti.
In merito all’essere rintracciati la cosa appare alquanto improbabili. Tutto funziona tramite segnale web, rintracciare i destinatari finali quindi per le forze dell’ordine sarebbe un gioco da ragazzi. In merito alla possibilità di essere colpiti in merito alla questione fortemente illegale non tutti hanno in realtà le idee chiare. Quello che è certo è che lo stesso fenomeno, colpito, certo, ferito ampiamente è ancora vivo e presente in tutto il paese.
Milioni di fruitori finali per una tipologia di “servizio” che ha letteralmente rivoluzionato l’intero contesto italiano. Certi fenomeni in realtà sono quasi sempre esistiti, con altre modalità di utilizzo, fin da quando è nata la pay tv legata al mondo del calcio soprattutto. La pirateria ha subito messo le mani sull’intero sistema nel giro di un paio d’anni dal lancio della rivoluzionaria operazione che ha portato il calcio e non solo, in diretta nelle case degli italiani.
Oggi, come anticipato, quel sistema alternativo, parallelo, pirata è stato colpito ma non sconfitto. Nuove indagini saranno necessarie e nuove operazioni utili a debellare del tutto un fenomeno che di fatto danneggia, profondamente, tra gli altri, principalmente il calcio e lo sport.