Detrazioni fiscali, andiamo oggi a vedere come funzionano le agevolazioni per ristrutturare casa e quali sono i documenti da presentare.
Lo stato italiano sostiene economicamente tutti i cittadini che decidono di ristrutturare la propria abitazione, con delle specifiche detrazioni economiche. In particolare, ai contribuenti viene concesso in questi casi, di poter utilizzare una detrazione Irpef del 36 per cento sulle spese sostenute.
Naturalmente esistono dei precisi limiti di spesa da rispettare. L’agevolazione infatti resta soltanto entro il tetto massimo di spesa di 48mila euro per unità immobiliare. Ma il vero vantaggio è che tutte gli interventi abitativi sostenuti tra il 26 Giugno 2021 e fino alla data del 31 Dicembre 2024, sono coperti non per il 36 ma per il 50 per cento della spesa. A questa condizioni infatti, la detrazione Irpef aumenta. Così come aumenta anche la soglia massima di spesa, che sale a 96 mila euro. La detrazione viene erogata dallo stato entro un massimo di dieci rate annuali. Fino al 2024 dunque, la detrazione continua a restare al 50 per cento e non al 36. Il limite di spesa annuale previsto, coinvolge la singola unità immobiliare e le relative pertinenze.
I contribuenti che non riescono nei primi anni a usufruire di questa agevolazione. possono comunque beneficiarne nei periodi di imposta successivi. È importante poi precisare che questa detrazione, non è in alcun modo cumulabile con la detrazione al 65 per cento prevista per interventi di riqualificazione energetica. Vista la grande quantità di richieste pervenute negli ultimi anni, il processo per l’accettazione della domanda, è stato notevolmente semplificato rispetto ai primi anni.
Al momento infatti, basta indicare, quando si presenta la dichiarazione dei redditi, i dati catastali dell’immobile, chiarire lo stato dei lavori e da chi sono effettuati. A questo, vanno poi anche allegati gli estremi legali della registrazione dell’atto.
Resta obbligatorio inviare comunicazione all’azienda sanitaria locale, di diverse informazioni sull’unità immobiliare per cui si chiede la detrazione. Bisogna infatti specificare nella comunicazione l’entità dei lavori da realizzare, la tipologia di interventi. E naturalmente i dati identificativi del committente e dell’impresa che si occuperà di realizzare i lavori. C’è anche un obbligo in questo caso, che è stato introdotto dalla legge di bilancio del 2018.
Oltre alla comunicazione che va fatta all’azienda sanitaria locale, diventa obbligatoria anche fare la medesima all’ENEA. Anche a questo ente, vanno trasmesse le informazioni relative ai lavori da portare avanti con la detrazione. In questo caso però, il contribuente è tenuto a comunicare ad Enea, soltanto gli interventi che coinvolgono il tema del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili. Se ad esempio tutti gli interventi abitativi sono già terminati nel 2022, la comunicazione all’ENEA deve arrivare necessariamente entro il termine ultimo di novanta giorni dalla fine dei lavori. Nel caso in cui la detrazione copra invece anche l’acquisto di un bene fisico, come ad esempio un elettrodomestico, vale la data entro cui si è effettuato il bonifico all’impresa esecutrice.
C’è poi un altro passaggio che, per i contribuenti che hanno diritto all’agevolazione, diventa fondamentale rispettare. È importante infatti conservare con cura tutti i documenti richiesti. L’Agenzia delle Entrate può infatti riservarsi negli anni, di dare inizio a dei controlli fiscali sulle richieste autorizzate per la detrazione al 50 per cento.
Oltre alla singola ricevuta del bonifico, vanno obbligatoriamente conservate tutte le fatture relative alle spese sostenute. Questi documenti devono poi risultare intestati in modo diretto alla persona che sta usufruendo della detrazione. Nel caso in cui a richiedere la detrazione sia un condominio, l’obbligo spetta all’amministratore. Bisogna poi conservare la domanda di accatastamento, nel caso in cui l’immobile al momento dell’acquisto o delle modifiche, non è stato ancora censito.