Aderire alla pensione integrativa, consente di ottenere diversi vantaggi fiscali al momento della dichiarazione dei redditi.
Negli ultimi anni, sempre più italiani hanno deciso di aderire a uno degli strumenti di risparmio più convenienti che offre il mercato, la pensione integrativa. Anche perché, scegliere di costruirsi un fondo pensione, significa anche poter approfittare di diversi vantaggi fiscali. Come ad esempio la deducibilità fiscale dei contributi versati nel fondo pensione dal reddito Irpef dichiarato dal contribuente.
Ma qual’è lo scopo della previdenza integrativa? Si tratta di una soluzione che offre ai contribuenti la possibilità di poter accantonare nel tempo una piccola cifra, con interessi maturati sul capitale investito, per andare arrivare al momento della pensione potendo contare su cifra aggiuntiva, rispetto all’importo previsto dall’assegno di pensione ordinaria.
Pensione integrativa, come calcolare la deducibilità fiscale
Tutti i contributi che vengono versati annualmente nella pensione integrativa, producono come beneficio immediato uno sconto fiscale sul reddito dichiarato. Il limite massimo di deducibilità fiscale in questo caso, è fissato a 5.164 euro all’anno. Tutti i contributi che vengono versati fino a questa cifra massima, risultano deducibili al momento della dichiarazione dei redditi.
Questo tipo di deducibilità fiscale dei contributi versati nella pensione integrativa, ha reso di anno in anno questo strumento di investimento e risparmio sempre più attrattivo per gli italiani. In particolar modo, come si accennava in precedenza, aderire a un fondo pensione consente di abbattere l’imponibile fiscale. Nel reddito Irpef in questo caso, si applicherà un’aliquota su un reddito lordo, che inevitabilmente risulterà più basso, dopo che è stato abbattuto l’imponibile fino al limite dei 5.164 euro annui. La quota in eccesso che però supera questa cifra, non potrà essere invece dedotta fiscalmente.
Anche i pensionati possono aderire a un fondo pensione, ma soltanto ad alcune condizioni
Questo beneficio fiscale è riservato a tutti coloro che sono soggetti all’Irpef ordinaria. E questo vale non solo per i lavoratori, ma anche per tutti coloro che percepiscono redditi che non arrivano da una prestazione professionale.
Nel caso dei pensionati, possono aderire soltanto coloro che hanno maturato determinati requisiti. Nel caso in cui si sia andati in pensione con l’uscita anticipata, si può aderire al fondo pensione soltanto nel caso in cui non manca meno di un anno al raggiungimento dei requisiti previsti per l’assegno pensionistico di vecchiaia. Se invece si è già andato in pensiona con la procedura ordinaria, e dunque al raggiungimento dei 67 anni di età, ci si può iscrivere alla pensione integrativa soltanto nel caso in cui si stia svolgendo parallelamente un’altra attività professionale.
Il pensionato ha poi un’altra ulteriore possibilità. Nel momento in cui decidere di richiedere la prestazione a cui ha diritto alla pensione integrativa, può scegliere anche di rimandare il pensionamento, continuando così a godere della deducibilità fiscale.
Pensione integrativa, la deducibilità fiscale aumenta per i lavoratori più giovani
Anche per i lavoratori più giovani, c’è una particolare convenienza nell’aderire a un fondo pensione. In primo luogo perché per questa categoria è previsto un limite di deducibilità fiscale più alto. In questo caso infarto la soglia aumenta, passando da 5.164 euro a 7.774 euro. Inoltre, nei primi cinque anni di iscrizione al fondo pensione, tutta la quota di deducibilità ordinaria che non è stata sfruttata dal contribuente, diventa un bonus che può essere utilizzato negli anni successivi.
Se ad esempio ogni anno si versa una cifra di 3mila euro, alla fine dei primi cinque anni di iscrizione, si possono ottenere 10.822 euro. Una cifra che a partire dal sesto anno di iscrizione al fondo pensione, può essere utilizzata per i successivi vent’anni.
Quanto sono convenienti i fondi pensione? Facciamo qualche esempio
Ma quanto sono convenienti i fondi pensione? Che tipo di cifre permettono di accantonare in modo da compensare un importo troppo basso dell’assegno di pensione di vecchiaia? facciamo qualche esempio pratico per comprenderlo. Mettiamo il caso di un lavoratore, con un reddito annuale dichiarato pari a 25 mila euro. Se questi decide di versare 5mila euro l’anno nel suo fondo pensione, l’imponibile Irpef che andrà calcolato in questo sarà di 20mila euro e non 25mila.
Il 27 per cento in meno rispetto all’aliquota ordinaria. E dunque il risparmio, sulla quota annuale dei 5mila euro versati al fondo pensione, sarà di circa 1350 euro.
Mettiamo poi un altro caso ancora, quello di un lavoratore che ha versato regolarmente in un fondo pensione il 5 per cento del suo reddito per 30 anni. Il fondo in questione, matura rendimenti annuali tra il 4 e il 5 per cento. Quanto gli frutterà in questo la pensione integrativa? A queste condizioni, il contribuente otterrà con tutta probabilità una pensione integrativa che sarà pari a circa il 20 per cento della sua ultima retribuzione mensile.