Se vi dicessimo che c’è un prodotto che noi paghiamo 9 euro circa ma che in realtà costa 0,25%? Sentireste crescere dentro di voi l’indignazione di essere raggirati sotto il vostro naso.
Una maggiorazione del 3.600%, incredibile ma vero! Noi consumatori tanti attenti al risparmio ci lasciamo imbrogliare per superficialità.
Con il costo della vita alle stelle ognuno di noi è diventato più parco e oculato negli acquisti. Confrontiamo i prezzi, cerchiamo le promozioni più convenienti, ci gettiamo nell’usato per pagare di meno. Tanta attenzione che, però, può essere vanificata in un momento. Non solo, in alcuni casi siamo anche soddisfatti di una spesa effettuata pensando di aver fatto un vero affare. E invece potremmo essere caduti in una “trappola di mercato” di cui solitamente non si tiene conto. Ma di cosa stiamo parlando?
Tutto parte da un’indagine
Prima di arrivare al nocciolo della questione occorre partire da un’indagine di American Express che ha rivelato come gli italiani amino cenare fuori casa, precisamente al ristorante. Lo fanno solitamente il lunedì, il sabato e la domenica – sempre secondo la ricerca della società statunitense. Le cifre più alte si spendono a Milano, Roma, Napoli, Firenze e Palermo. La Doxa – Ricerche e Analisi di Mercato aggiunge, poi, che otto italiani su dieci mangiano al ristorante almeno una volta al mese di cui il 57% almeno una volta a settimana.
Cosa significa per noi italiani cenare fuori? Rilassarsi, regalarsi un momento di benessere e felicità specialmente se in compagnia di amici. La maggior parte delle volte si mangia la pizza oppure un primo piatto. Ogni Regione ha le sue prelibatezze, tortellini in Emilia Romagna, pasta la pesto in Liguria, carbonara nel Lazio. Un quadro generale preciso ma cosa c’entra tutto questo con il rincaro del 3.600% se paghiamo 9 euro?
Paghiamo a nove euro un prodotto che ne costa 0,25
L’alimento più ordinato fuori casa è la pizza. Il costo varia da regione a regione, dai cinque euro della Campania ai 12 euro di altre regioni (tralasciando eccezioni opinabili). I gusti preferiti sono la margherita e la capricciosa. Ebbene, il Sole24Ore ha effettuato un’indagine scoprendo che fare una pizza margherita costa da 0,64 a 1,13 euro in base alla qualità degli ingredienti utilizzati. Un guadagno medio lordo del 1.000% per il locale che la vende a 12 euro. Togliendo le spese delle bollette, del personale, dell’affitto e così via, i ristoratori riferiscono che tale percentuale si riduce fino al 22/28%. I conti, dunque, ancora tornano ma non è così per un altro piatto.
Parliamo della pasta al pomodoro. L’ADUC ha calcolato che per la preparazione un ristorante spende 0,25 euro mentre lo rivende a 9 euro. Un guadagno – sempre lordo – del 3.600% che assume ancora più rilevanza se si pensa che in un quarto d’ora il piatto è pronto. Rapporto guadagno/tempo da guinness dei primati!