Il circo, per quanto ambiente duro, è decisamente mutato nell’ultimo secolo. E il compenso degli artisti è proporzionato al loro sforzo.
Un ambiente tanto complesso quanto affascinante. Storicamente associato al lato più eclettico del mondo dell’arte ma anche a una vita dura, itinerante, di grande impegno e sacrificio.
Una vita, tanto per riprendere l’esempio di uno degli artisti che lo compongono, sempre in equilibrio. Il circo è intrattenimento ma, in un certo senso, anche bellezza. Quella dell’artista in grado di strabiliare il pubblico con numeri eccezionali, fuori portata per chiunque altro. E anche quella del divertimento, perché scopo del circo è quello di stupire, meravigliare, sorprendere con la combinazione di talento e abilità fisica. Detto questo, essere parte di un contesto circense significa affrontarne tutte le variabili. Da una vita itinerante, con possibilità di repliche fino a 300 spettacoli all’anno, e rischio serio di trascorrere la maggior parte dei dodici mesi in un “carrozzone” piuttosto che con la propria famiglia. Chiaramente, il circo di oggi è radicalmente diverso da quello di un secolo fa. E anche la gestione della propria vita privata è decisamente più conciliante fra esigenze familiari e spettacolo.
Questo non toglie che, per quanto meno opprimente, la vita circense richieda una consistente dose di sacrificio. Senza la certezza assoluta di ottenere un compenso adeguato agli sforzi compiuti. Del resto, lo stipendio ottenibile da un artista risente di parecchie variabili, dall’esperienza alla reputazione del circo stesso. Più il nome è altisonante, più la qualità degli interpreti sarà elevata, in quanto la direzione potrà permettersi l’elargizione di compensi maggiori. Anche perché, negli ultimi decenni, l’attenzione ad alcuni dettagli è diventata fondamentale per ottenere il consenso del pubblico e, soprattutto, limare le reticenze dei critici. Scene alla Dumbo, per intenderci, dovrebbero teoricamente appartenere ormai al passato. E il circo, oggi come oggi, viene inteso come uno spettacolo artistico nel vero senso della parola.
Stipendi al circo: quanto guadagnano gli artisti in pista
Durante l’Ottocento, il confine tra esibizione circense e baracconismo era decisamente labile. Basti pensare al leggendario circo Barnum, fiera dell’assurdo e, non di rado, addirittura freakshow. Eppure capace di segnare un’epoca con i suoi numeri eccezionali, alcuni dei quali montati ad arte ma incredibilmente efficaci nello stimolare l’immaginario collettivo dell’America del XIX secolo. Una pubblicità mirata e massiccia, unita all’effettiva originalità dei numeri, portarono il Ringling Bros. e Barnum & Bailey Circus a una notorietà tanto elevata da rivaleggiare, in termini di popolarità, con il mitico Wild West Show di Buffalo Bill.
E allora ecco che la leggendaria bufala della sirena delle Isole Figi (in realtà una sottospecie di mummia composta dalla testa di una scimmia e dal corpo di un pesce) divenne un evento, quando la espose nel celebre Museum nel 1842. E niente di strano che la presentazione di Joyce Heath, nel 1835, non suscitò poi tante remore, nonostante il circo garantisse che la signora altri non fosse che la nutrice centosessantunenne di George Washington.
Le variabili sui compensi
Tanto per ricordare quanto la voglia di meraviglia fosse più forte della logica. E questo nonostante qualche trovata decisamente poco ortodossa. Un mondo decisamente lontano, vista la maturata consapevolezza sulla necessità di offrire non solo un prodotto in grado di meravigliare ma anche la giusta tutela degli artisti. Basti pensare che, per restare al circo Barnum (chiuso definitivamente nel 2017), il clown Bello Nock (noto per i suoi capelli rossi tenuti sollevati nonostante la lunghezza) è arrivato a percepire un compenso di 600 mila dollari all’anno. Più svariati benefici, quali un autista e un camper personalizzato.
Un caso eccezionale, per quanto meno infrequente del passato. Tendenzialmente, un artista circense non arriva a più di 300 dollari alla settimana, con possibilità di compensi crescenti a seconda dell’esperienza. E dell’attività chiaramente. Un acrobata, ad esempio, guadagna più di un giocoliere. Chi utilizza il trapezio, ad esempio, può percepire anche 70 mila dollari l’anno. E comunque raramente sotto i 40 mila.
Per quanto riguarda i benefit connessi, molto dipende dal circo stesso. Ad esempio, il Cirque du Soleil offre assistenza scolastica ai figli degli artisti che si esibiscono in spettacoli itineranti. Inoltre, le compagnie concedono anche prestazioni di assicurazione sanitaria, oltre ai diritti base quali giorni di ferie e accesso ai servizi di sanità. Un lavoro a tutti gli effetti, pur se professionistico. Non è raro, infatti, incontrare artisti circensi assistiti da un agente.