Una tipologia di operazione che gli italiani hanno imparato molto bene a conoscere. Oggi il tutto può ancora essere praticato.
Qualche anno fa, una nuova misura lanciata dal Governo Conte, diffondeva nel paese un termine per quasi tutti abbastanza nuovo “cashback”. In cosa consisteva quella specifica misura? La possibilità di risparmiare facendo acquisti pagando in un certo modo. Politicamente insomma il tentativo di lanciare definitivamente i pagamenti elettronici e di provare a tamponare la crescente evasione fiscale, tra i primi problemi del nostro paese.
In quel caso specifico, quello per l’appunto promosso dal Governo Conte aveva lo scopo, cosi come anticipato di privilegiare i pagamenti con carta di credito e bancomat, il tutto per provare a mettere su una sorta di abitudine tra i cittadini che consentisse sempre il tracciamento delle transazioni evitando quindi il sommerso. Allo stesso cittadino, poi, veniva riconosciuta una quota del 10% dell’importo speso in qualsiasi negozio fino a un massimo complessivo stabilito dalla stessa norma.
Fin qui, tutto semplice, tutto molto conveniente. Di fatto è stato cosi. Per quei cittadini che non avevano difficoltà o remore nell’utilizzare carta di credito e bancomat per tutti i propri pagamenti, al raggiungimento delle operazioni necessarie è arrivato un importo di 150 euro. Niente male insomma, anche perchè il tutto è arrivato praticamente dal nulla. Non tutti però hanno un bel ricordo dello stesso cashback. Molti, infatti, non ne hanno mai approfittato.
In alcuni casi, poi gli stessi commercianti si sono messi in qualche modo di traverso, andando a evitare pagamenti con bancomat o carta di credito per non pagare le dovute commissioni bancarie dovute. Altro discorso poi quello dei cosiddetti furbetti del cashback. Una serie di vicende che hanno riguardato moltissimi italiani che per aumentare il numero delle operazioni e quindi raggiungere il numero giusto per ottenere il rimborso hanno messo in piedi uno stratagemma al limite del truffaldino.
Self service, pompa di benzina. Pagamenti da pochi centesimi fino a raggiungere l’importo desiderato. In questo modo aumentano le operazioni e si raggiunge il tetto per poter ottenere il rimborso finale. A rimetterci, però, in questo caso furono gli stessi benzinai costretti a pagare sempre le temute commissioni per importi di pochi centesimi. Una ingiustizia bella e buona. Alla fine di quell’anno, però, non si sa bene per quale motivo, il cashback di Stato non fu riconfermato.
Nel nostro paese, come misura istituzionale il cashback non c’è più, questo è stato anticipato. Esiste però, lo stesso concetto, la stessa pratica in alcune realtà specifiche. Alcune aziende, prendiamo il caso di Poste italiane, per esempio, hanno continuato a tenere in piedi quell’idea di base per promuovere i pagamenti, le transazioni attraverso i propri prodotti finanziari. I vantaggi per gli stessi cittadini clienti di Poste italiane, anche in questo caso di certo non mancano.
Prodotti selezionati per effettuare le transazioni, specifici negozi entro i quali fare acquisti e uno sconto che può arrivare fino al 20% come ritorno per l’acquisto stesso effettuato. Il tutto valido, ricordiamolo ancora, esclusivamente per clienti Postepay o Bancoposta. Chiaramente, il tutto non è a vantaggio di chi è si cliente Poste italiane ma non possiede allo stesso tempo una Postepay o un conto Bancoposta. Pensiamo ai titolari di libretto postale per intenderci o magari di buoni fruttiferi.
Il funzionamento della stessa operazione lanciata da Poste italiane è molto semplice. Gli acquisti per i cittadini per i quali è attiva la promozione devono essere fatti presso i negozi convenzionati. Dopo cinque giorni dall’acquisto specifico si riceveranno i relativi sconti sulla propria carta, quella registrata per la stessa campagna cashback. La somma massima restituibile è di 10 euro al giorno.
Attraverso il sito di Poste italiane è possibile consultare, alla pagina dedicata al cashback, l’elenco dei negozi convenzionati per la specifica operazione. Il tutto suddiviso per città, provincia o regione. Una semplice ricerca, attraverso un piccolo programma presente sulle pagine web dell’azienda aiuterà il cliente a comprendere dove è meglio, a questo punto fare acquisti.
Poste italiane insomma rilancia una operazione che era ben riuscita, almeno questa è la sensazione ai cittadini italiani, ma che non si sa bene per quale motivo è stata poi messa successivamente da parte. Il cashback insomma è tornato, o forse non è mai andato via.