Assegno di invalidità, ci sono alcune difficoltà, nessun aggiornamento nel mese di Gennaio. Ecco quando arrivano gli arretrati e di quanto aumentano gli importi.
L’assegno di invalidità è una prestazione economica, erogata su base mensile, a cui hanno diritto tutte le persone che si trovano in stato di infermità fisica, e hanno visto ridurre di almeno un terzo la loro capacità lavorativa. È una misura che è erogata direttamente dall’Inps per i dipendenti pubblici, i lavoratori autonomi e quelli iscritti alla gestione separata.
Nel momento in cui si matura il diritto a ricevere l’assegno, questo decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si è inoltrata la richiesta. Esistono naturalmente dei requisiti anche amministrativi da soddisfare, oltre a quelli sanitari. Se la domanda viene accettata, la prestazione viene concessa dallo stato per tre anni. Al termine di questi, il beneficiario dovrà presentare una nuova richiesta dimostrando nuovamente lo stato di infermità fisica in cui versa.
Una situazione a volte paradossale, che ha portato negli anni ad esempio persone che hanno subito menomazioni permanenti, a dover ripetere la visita medica di accertamento per ottenere l’assegno. Si ha diritto a questo aiuto economico, anche nel caso in cui continua a svolgere l’attività lavorativa. E quando il lavoratore entra in età pensionabile, l’assegno si trasforma d’ufficio nella pensione di vecchiaia.
Assegno Invalidità, come viene calcolato l’importo
L’importo della prestazione viene calcolato dall’Inps sulla base di un sistema di calcolo misto. Si tratta di un sistema che prevede come una parte della quota venga calcolato con sistema retributivo, mentre la restante con il contributivo. Questo però solo nel caso in cui il lavoratore abbia iniziato la sua attività professionale in una data successiva al 31 Dicembre 1995. Crescono anche le pensioni destinate agli invalidi di guerra, che registrano un incremento dell’1,3 per cento.
E sale anche nella stessa percentuale l’assegno di superinvalidità. Inoltre, come spiega l’Inps nella circola di dicembre 2022, “la misura della perequazione, definitiva per l’anno 2022 e previsionale per l’anno 2023, è stata applicata anche alle pensioni e agli assegni a favore dei mutilati, invalidi civili, ciechi civili e sordomuti”. In percentuale, continua l’istituto di Previdenza, i limiti di reddito in favore di mutilati e invalidi sono cresciuti del 5,1 per cento. E questo significa che si alza la soglia reddituale che permette di accedere all’assegno.
Cosa sta succedendo con gli arretrati?
Di questi aumenti però, i contribuenti non ne hanno visto traccia nel mese di gennaio. I cedolini infatti, hanno riportato questo mese gli stessi importi dell’anno precedente, senza dunque essere aggiornati in base alla rivalutazione. Nonostante non vi siano ancora informazioni ufficiali in merito dall’Inps, è probabile che i primi aumenti sugli assegni arriveranno nel mese di febbraio. Esiste però un’eccezione e riguarda gli assegni pensionistici il cui valore e fino a 4 volte il minimo consentito per legge. Per loro infatti gli aumenti sono già diventati realtà. Chi riceve una pensione, fino al limite massimo di 2.100 euro al mese, si è già visto accreditare nel mese di gennaio 2023, un aumento pari a 153 euro.
I ritardi di gennaio sembrano dovuti a una questione tecnica del governo
C’è da precisare che questi ritardi sembrano dovuti a una questione prettamente tecnica. La manovra è stata infatti approvata gli ultimi giorni dell’anno. Inoltre, le festività arrivate i primi giorni di gennaio, non hanno consentito agli uffici di aggiornare gli importi. E dunque, sono molte alte le possibilità di vedere questi aumenti erogati su tutti gli assegni, già nel mese di febbraio.