Il prezzo del pellet è cominciato a diminuire ma sarà così anche per i mesi a venire? Dalla risposta dipenderanno le scelte degli italiani.
Chi è in dubbio se passare da un impianto a gas ad una stufa a pellet potrà sciogliere ogni incertezza.
Tante famiglia hanno scelto di investire nel pellet per riscaldare casa in questo freddo inverno. Venendo a conoscere delle problematiche riguardanti il gas – il costo in aumento e la diminuzione della fornitura da parte della Russia – i contribuenti hanno vagliato le varie possibilità e hanno preso una decisione. Il fotovoltaico richiede grandi spazi e una spesa iniziale molto onerosa, la pompa di calore prevede una ristrutturazione eccessiva dell’appartamento, l’installazione di caldaie ibride o a condensazione comporta costi elevati e minore resa.
Insomma, la stufa a pellet è sembrata essere per tanti cittadini la soluzione più abbordabile secondo diversi punti di vista. Il costo iniziale non è elevato – si può approfittare dell’Ecobonus 65% per ottenere le detrazioni fiscali – la manutenzione non richiede dispendio di soldi ed energie, la resa è eccellente rispetto al gas, si riduce l’inquinamento e i cilindri di legno non comportano l’abbattimento di alberi. Inoltre, diversi mesi fa, il pellet costava molto poco. Tre/quattro euro per un sacco di quindici chili. Ora i costi sono diversi, circa 15 euro per lo stesso sacco ma il prezzo è destinato a ridursi.
Il prezzo del pellet è salito nel 2022 a causa dell’aumento della domanda e del non contemporaneo aumento dell’offerta. I cilindri, infatti, sono lo scarto del legno ma se non c’è legna non c’è neanche pellet. E la guerra in Ucraina ha inciso negativamente sulle esportazioni e importazioni. Di conseguenza Paesi non produttori – come l’Italia – si sono ritrovati a fare i conti con poca merce a disposizione. La nostra nazione importa l’85% circa del fabbisogno acquistando da Croazia, Slovacchia, Austria, Repubblica Ceca.
Da qui un prezzo triplicato in pochi mesi che ha spaventato i contribuenti. Pagare 15 euro un sacco da 15 chili significa far salire a 1.800 euro il costo del riscaldamento per una casa di media grandezza. Fortunatamente i costi si stanno riducendo.
Il costo del legno sul mercato internazionale sta diminuendo, i grossisti hanno necessità di vendere – anzi svendere – le merci che riempiono i depositi, il prezzo del gas è in discesa. Tutto questo sta portando ad un graduale ribasso del costo del pellet grazie anche alla decisione del Governo Meloni di introdurre nella Legge di Bilancio 2023 lo sconto dell’IVA dal 22 al 10% proprio sui piccoli cilindri di legno.
Un’inversione di tendenza attesa e realizzata, dunque, ma quanto durerà? Le ipotesi più accreditate stimano che i prezzi continueranno a scendere nelle prossime settimane regalando bollette più leggere e portafogli più pesanti alle famiglie italiane.