Il conto corrente anonimo (offshore) si apre presso una giurisdizione estera ed è spesso caratterizzato dal segreto bancario.
Il motivo principale per aprire un conto di questo tipo è per proteggersi dai rischi finanziari italiani. Il patrimonio sarà maggiormente tutelato e i costi saranno minori.
Il conto corrente offshore viene solitamente aperto in una banca con sede fisica e legale in zone considerate paradisi fiscali. Applica un regime fiscale conveniente con tasse di importo minimo se non nullo, sia per le persone fisiche che per le imprese. Solitamente questa soluzione – con regolamentazione flessibile e funzionalità sette giorni su sette – è preferita da chi ha grosse somme di denaro da tutelare. Il correntista, infatti, potrà proteggere i soldi senza una pressione fiscale eccessiva. Allontaniamoci, però, dalla convinzione comune che i cittadini che aprono un conto offshore sono solo persone che compiono operazioni illecite o vogliono evadere le tasse. Anche i piccoli e medi imprenditori si stanno avvicinando a questa tipologia di conto semplicemente per ridurre il carico fiscale restando, comunque, nella legalità.
L’apertura del conto può avvenire in due modi. Il primo prevede di interpellare banche di investimento – italiane o estere – che accettano di aprire conti anonimi a fronte di un grande capitale da versare. L’anonimato è garantito dalla possibilità di far convergere i conti cifrati all’interno di un conto corrente intestato ad una società dell’istituto di credito. Assegnando codici ad ogni conto si potrà risalire alla somma del cliente titolare.
In alternativa è possibile rivolgere per l’apertura ad agenzie specializzate per individuare le banche più affidabili in Paesi che godono di stabilità politica ed economica. Qualora si dovesse scegliere un istituto straniero occorrerebbe prestare attenzione anche ai cambiamenti previsti nel settore bancario. È capitato che in nazioni in cui il segreto bancario sembrava indiscusso sia successo un capovolgimento di fronte in meno di un anno (esempio la Svizzera). Tra le scelte più comuni citiamo Hong Kong, Costa Rica, Panama, Dubai, le Isole Vergini.
Fortunatamente l’evoluzione permette di poter aprire un conto anonimo anche senza recarsi personalmente in banca. Può bastare una telefonata, ad esempio, oppure una email o una procedura online. Ogni istituto potrà seguire l’iter che desidera e richiedere requisiti differenti. Prima della sottoscrizione, dunque, è bene prendere atto di tutte le informazioni da conoscere.
Generalmente ci sono dei dati generali comuni da indicare ossia le generalità anagrafiche, la cittadinanza, l’occupazione e l’indirizzo. La banca verificherà le informazioni e richiederà copia del documento di identità. Il dettaglio della residenza è molto importante per l’apertura di conti anonimi per via del regime fiscale della nazione di provenienza.
Tra la documentazione da fornire, poi, la busta paga, gli investimenti effettuati, i redditi da fonti assicurative, le copie di contratti per reddito derivante da transazioni di impresa o transazioni immobiliari. Le banche, infatti, devono conoscere l’origine del denaro perché anche se si tratta di conti cifrati anonimi sono tenute a verificare che non nascondano operazioni illecite.