Ottime notizie in arrivo per molti lavoratori che potranno beneficiare di una busta paga più ricca rispetto al 2023. Ecco il motivo.
Grazie ad una circolare dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale è emerso che molti lavoratori potranno a breve beneficiare di uno stipendio più alto. Ma per quale motivo? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Gli ultimi anni non sono stati di certo tra i migliori. Il Covid prima e l’aumento generale dei prezzi poi, infatti, hanno avuto un impatto non indifferente sulle nostre vite, sia per quanto concerne le relazioni sociali che economiche. Sempre più famiglie, purtroppo, riscontrano serie difficoltà nel riuscire ad arrivare alla fine del mese.
Proprio in tale contesto non è passata inosservata una recente circolare dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale dalla quale emerge che molti lavoratori potranno a breve beneficiare di uno stipendio più alto. Ma per quale motivo? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Grazie alla circolare Inps n. 7 del 24 gennaio 2023 sono stati ufficializzati gli aumenti di stipendio a partire da gennaio 2023 per i lavoratori dipendenti. Questi avranno luogo per effetto del taglio del cuneo fiscale, così come previsto dalla legge di Bilancio 2023.
Entrando nei dettagli, così come si legge nella circolare poc’anzi citata, lo sgravio contributivo è riconosciuto:
Questo taglio del cuneo fiscale, è bene ricordare, sarà valido per tutto il 2023. Ad averne diritto tutti i dipendenti, sia pubblici che privati, che rispettano i limiti reddituali poc’anzi citati. Fanno eccezione i rapporti di lavoro domestico, che restano esclusi da tale aumento perché le aliquote previdenziali sono già più basse rispetto a quelle ordinarie.
Entrando nei dettagli, i lavoratori che percepiscono massimo 2.692 euro al mese, vedranno scendere i contributi a carico da quota 9,19% a 7,19%. Coloro che percepiscono 1.923 euro al mese, invece, vedranno scendere i contributi a carico dal 9,19% al 6,19%. Un taglio sui contributi che permette pertanto di beneficiare di un importo netto in busta paga più alto.
È bene sottolineare che il taglio del cuneo fiscale viene applicato sulla retribuzione mensile. Se un mese si superano i limiti reddituali prima citati, infatti, non viene applicato lo sgravio contributivo. Ne consegue che l’applicazione di tale sgravio può risultare diversa da un mese all’altro a seconda della retribuzione percepita.