La maggiorazione contributiva per gli invalidi dà diritto ad un assegno di importo più alto per questa categoria? Vediamo nel dettaglio cosa dice la legge in merito
Come stabilito dalla legge, tutti gli invalidi hanno diritto ad ottenere una maggiorazione contributiva. Questa gli verrà riconosciuta per ogni anno lavorativo, a patto che rispettino i requisiti di invalidità previsti dalle normative vigenti. Ai lavoratori affetti da disabilità che rientrano nei parametri richiesti, viene concesso di godere di due mesi aggiuntivi di contributi per ogni anno di lavoro svolto.
Una modalità che gli permette di accorciare, fino ad un massimo di cinque anni, i contributi necessari al raggiungimento della pensione di vecchiaia. Questa maggiorazione può essere ottenuta dal richiedente solo attraverso una specifica domanda da presentare agli enti preposti. L’importo spettante verrà concesso nel momento in cui si liquida la pensione o il suo supplemento.
Maggiorazione contributiva invalidi, si ha diritto ad un assegno più alto? No, ecco cosa a cosa serve
Bisogna precisare che questa misura ha lo scopo di aiutare la categoria dei lavoratori invalidi a raggiungere prima i criteri previsti per l’accesso alla pensione di vecchiaia. E non può essere usata per ottenere un assegno di importo più alto. Lo scopo della contribuzione figurativa è quello di aumentare l’anzianità contributiva del contribuente. Non incide in alcun modo sugli importi del trattamento pensionistico.
La maggiorazione destinata agli invalidi per gli anni di servizio lavorativo svolto, non si può in alcun modo intendere come un accredito dei contributi sulla copertura assicurativa. Ed è per questo che viene attribuita soltanto all’atto della liquidazione o del supplemento.
Può essere ottenuta anche dagli invalidi che non svolgono un’attività lavorativa continua?
Cosa accade però se il lavoratore invalido non lavora con continuità? Per quanto riguarda i periodi lavorativi non continuativi, e dunque inferiori ad un anno, la maggiorazione in questo caso viene riconosciuta attraverso il criterio della proporzionalità. Pertanto, si otterrà in questo caso aumentando di un sesto le settimane di lavoro svolte. La maggiorazione contributiva per gli invalidi può applicarsi soltanto in relazione ai periodi di attività lavorativa svolti. E sono esclusi invece tutti i periodi di servizio lavorativo che risultano coperti da contribuzione volontaria, figurativa o che deriva da un riscatto che non è correlato al lavoro svolto.
Maggiorazione contributiva invalidi, chi ne ha diritto
Vediamo adesso quali categorie di invalidi lavoratori hanno diritto a ricevere questa maggiorazione contributiva.
- Ne hanno diritto le persone affette da sordità, sia essa congenita o acquisita. Sono escluse le sordità che hanno origine esclusivamente psichica
- Tutti coloro a cui è stata riconosciuta per legge un’invalidità superiore al 74 per cento
- Invalidi civili, invalidi di guerra, e persone che hanno contratto patologie e invalidità nel corso del servizio di pubblico impiego
La maggiorazione contributiva invalidi non può invece essere concessa a chi risulta titolare di una pensione, o di un assegno di invalidità erogato dall’A.G.O, dalla gestione dei lavoratori autonomi, o da fondi sostitutivi che non permettono di attestare la reale percentuale di invalidità.