Cos’è il kuzu e chi dovrebbe assumerlo per migliorare la propria salute? Scopriamo le proprietà di questo prodotto poco noto in Italia.
Sicuramente non fa parte della dieta mediterranea ma il kuzu è un vero toccasana per tante persone che soffrono di infiammazione all’intestino e non solo.
Spesso per riuscire ad evitare problemi a livello gastrointestinale occorre spaziare tra i cibi uscendo dall’ordinario. Sappiamo bene che rinunciare a pasta, pizza, cotolette, salsicce, frittate, formaggi e uova non è semplice soprattutto grazie alle tante succulente ricette che la nostra cultura ci propone. Ma limitarne il consumo e introdurre nella dieta nuovi alimenti ricchi di proprietà benefiche è importante per migliorare la propria salute. E si sa, con la salute non si scherza. Soprattutto con quella del proprio intestino, dell’esofago e della faringe. Mai sentito parlare, ad esempio, di reflusso gastroesofageo? Comporta non solo bruciore allo stomaco e dolori ma anche problemi respiratori e sensazione di avere un nodo alla gola. I polmoni, infatti, cercano di tutelarsi dalla possibile entrata di acidi mettendo in atto le stesse cautele che scattano, per esempio, per un’allergia. Insomma, dare sollievo all’intestino significherà stare meglio sotto tanti diversi punti di vista.
Cos’è il kuzu e a cosa serve
Il kuzu è una farina bianca che si ricava dalla macinazione delle radici profonde della pianta Pueraria lobata. Si tratta di un rampicante che appartiene alla famiglia delle leguminose e ha origine in Giappone. La pianta è resistente, perenne e le sue radici sono forti. da quest’ultime di estrae l’amido necessario per preparare una fecola solubile e ben digeribile.
Questa farina aiuta chi soffre di squilibri digestivi come reflusso gastroesofageo, gastrite, acidità di stomaco, infiammazioni gravi (morbo di Crohn o colite ulcerosa). Assumendo il kuzu si può ridurre l’uso di farmaci ed evitare riacutizzazione dei sintomi. La farina, infatti, riesce a assorbire e neutralizzare i succhi gastrici riducendo dolori e bruciori. Aiuta, poi, a ridurre i sintomi respiratori legati la reflusso e all’ernia iatale ossia bronchiti, tosse, raucedine.
In più ammorbidisce le feci aiutando gli stitici e chi soffre di emorroidi o ragadi anali. Al contrario, in caso di diarrea se il kuzu viene assunto con un bicchiere di acqua agevola la guarigione.
I benefici non finiscono qui
Nelle radici di kuzu sono stati trovati cinquanta composti chimici complessi tra cui gli isoflavoni utilizzati negli integratori prescritti in menopausa. Inoltre sono antiossidanti, inibiscono la crescita delle cellule tumorali, aiutano chi soffre di diabete e nel trattamento di malattie cardiovascolari nonché cerebrovascolari. Infine apportano benefici anche nelle infiammazioni alle ossa e – a detta di alcuni ricercatori – anche in caso di morbo di Parkinson. Un vero tesoro questo kuzu, dunque, tutto da provare.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi).