Dalle flebo rosa al Micoren, sono tanti i farmaci che hanno contribuito ad alimentare la piaga del doping nel mondo del calcio.
Le dichiarazioni di alcuni ex calciatori degli anni Ottanta e Novanta hanno riaperto il dibattito, mai realmente chiuso, sulla preoccupante piaga del doping nel mondo del calcio. Ecco cosa è successo e tutto quello che c’è da sapere in merito.
Il calcio è senz’ombra di dubbio uno degli sport più amati. In grado di appassionare un gran numero di tifosi, quest’ultimi non perdono mai l’occasione per sostenere la propria squadra del cuore. Uno sport di squadra che aiuta a fare gruppo e che riesce anche a tenere incollati davanti alla televisione tanti telespettatori.
Oltre al lato bello ed emozionante del calcio, però, non mancano purtroppo degli aspetti negativi, come il doping. A tal proposito non sono passate inosservate le dichiarazioni di alcuni ex calciatori degli anni Ottanta e Novanta che hanno riaperto il dibattito in merito. Ecco cosa è successo e tutto quello che c’è da sapere in merito.
Dalle flebo rosa al Micoren, la piaga del doping nel mondo del calcio: cosa c’è da sapere
Ormai da anni di discute della piaga del doping nel mondo del calcio e delle conseguenze che quest’ultimo può portare con sé. Tanti gli atleti che nel corso degli anni hanno utilizzato sostanze in grado di aiutarli a migliorare le proprie performance in campo, salvo poi dover fare i conti con gravi conseguenze sulla propria salute.
In particolare nel mirino è finito il farmaco Micoren, ovvero uno stimolante del sistema nervoso centrale, prescritto in caso di asma e pressione bassa. Quest’ultimo, fino a qualche anno fa, era utilizzato per migliorare la performance degli sportivi, consentendo loro, come sottolineato su Wired, di mantenere lo sforzo per un periodo di tempo maggiore.
All’epoca, è bene sottolineare, non vi era alcun divieto per il loro utilizzo. Almeno fino al 1985, anno in cui la legge antidoping ha bandito il Micoren dopo aver riscontrato effetti dopanti ed effetti collaterali a carico del cuore, come tachicardia e danni cardiocircolatori. L’assunzione eccessiva di tale farmaco, è stato poi appurato che può causare ad esempio iperventilazione o depressione respiratoria.
Dalle flebo rosa al Micoren, la piaga del doping nel mondo del calcio: le dichiarazioni di alcuni ex calciatori
Non solo il Micoren, ma anche tanti altri farmaci sono stati assunti nel corso degli anni dagli sportivi per rendere di più sul campo di gioco. Un problema che non può passare di certo inosservato e che di recente è finito nuovamente sotto i riflettori in seguito alle dichiarazioni di alcuni ex giocatori.
Tra questi Dino Baggio, che, sempre come riportato su Wired, ha dichiarato: “Non ho mai fatto uso di doping in carriera. Ma, dopo la morte di un amico come Gianluca Vialli e di tanti altri calciatori della mia generazione, vorrei sapere se nel tempo le sostanze che ho assunto e gli erbicidi sparsi sui campi dove ho giocato possano aver causato le loro malattie”.
Dal suo canto Massimo Brambati, intervenuto al Processo 7 Gold, ha affermato: “In una società di cui non faccio il nome, prendevo prima della partita il Micoren come fossero caramelle. All’epoca non era proibito, dopo qualche anno è diventato proibitissimo. Prendevo anche l’Anemina, una sostanza non dopante, ma ne avvertivo l’effetto. Non sentivo la fatica, avevo i battiti accelerati e una maggiore prontezza di riflessi”.
Dello stesso avviso Florin Raducioiu, che nel corso di un’intervista rilasciata a Orange Sport ha dichiarato: “Lo ammetto, ho preso anche delle medicine. […] Non sapevamo che cosa stavamo prendendo. Ci è sempre stato detto che si trattava di vitamine, di glucosio. Per tutto il tempo facevamo flebo con questo liquido rosa, alla vigilia delle partite. Lo ricordo perfettamente”.
Al momento, è bene sottolineare, non è stata riscontrata alcuna correlazione tra le varie sostanze e i decessi di diversi calciatori nel corso degli ultimi anni. Allo stesso tempo le dichiarazioni e preoccupazioni di alcuni ex calciatori non possono passare di certo inosservate. Anzi dimostrano come sia necessario indagare a fondo sulla questione, in modo tale da accertare quanto successo e le possibili conseguenze.
(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi).