L’autorizzazione proposta dalla Commissione Europea è stata approvata dagli stati membri. Si tratta di un continuum con quanto stabilito nel 2021
Ecco quali sono gli esemplari che saranno messi in commercio e che potremo degustare senza dover andare dall’altra parte del mondo.
La transizione verso il cibo sostenibile è sempre più avviata. Per questo anche sul mercato europeo sono reperibili ormai da qualche anno diversi tipi di larve. A breve però potranno essere commercializzate anche altre finora non presenti nell’Unione Europea.
Il tutto è dovuto al regolamento proposto dalla Commissione Europea e approvato dagli stati membri la cui pubblicazione è avvenuta lo scorso 5 gennaio. Andiamo a scoprire di più in merito a questa situazione che di primo impatto non piace proprio a tutti.
Dal prossimo 26 gennaio saranno in vendita anche le larve del verme minore della farina (Alphitobus diaperinus) congelate, in pasta, essiccate e in polvere. Si tratta del quarto esemplare di insetto ad aver ricevuto il benestare dell’UE dopo le larve gialle della farina, le locuste e i grilli.
Dunque la Commissione UE ha autorizzato la società Ynsect NL B.V a immettere sul mercato europeo queste larve. Al contempo ci sono inoltre altre otto domande in lista d’attesa.
Naturalmente sono fondamentali dei requisiti specifici per quanto riguarda le etichette inerenti le allergie visto che le proteine da insetti possono causare reazioni indesiderate nei soggetti già allergici ai crostacei, acari, polvere e in alcuni casi molluschi.
A prescindere da ciò secondo Bruxelles gli insetti rappresentano delle proteine alternative che possono risultare utili visto l’aumento del costo delle proteine degli altri animali, del loro impatto ambientale e della crescita della popolazione globale.
Inoltre allevare gli insetti può contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e lo spreco alimentare. Lo studio di queste proteine è considerato importantissimo nell’ambito del programma Orizzonte Europa che sostiene finanziariamente la ricerca nei Paesi dell’Unione Europea.
Dall’Italia però avanzano i dubbi, in particolar modo della Lega che ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea sulla commercializzazione del grillo domestico. Il provvedimento ha come intento quello di capire quali sono i metodi di produzioni utilizzati. Ad oggi comunque la richiesta non è ancora così alta, soprattutto in un paese come il nostro da sempre piuttosto scettico.