Bevuto senza esagerare il caffè può portare molteplici effetti benefici. Alle volte molte persone non sono al corrente di quanto possa essere salutare
Vediamo quindi cosa comporta un consumo responsabile di una delle bevande più amate in Italia e in tantissimi altri paesi del mondo.
Bere troppo caffè fa male. Quante volte ci siamo sentiti dire questa frase. Probabilmente troppo, ma va ben ponderata. Perché probabilmente è vero che l’abuso può comportare dei problemi nel lungo periodo (gli italiani in media ne consumano 8 kg pro capite all’anno). Un consumo consapevole però può portare quasi esclusivamente effetti benefici.
Infatti una raccolta di oltre 200 analisi pubblicata su The BMJ ha confermato che assumere caffè senza esagerare può ridurre il rischio di contrarre varie patologie. Insomma una bella rivincita per una bevanda che troppo spezzo viene demonizzata senza delle vere e proprie ragioni fondate.
Caffè, pro e contro a confronto: tutto quello che bisogna sapere
Bere le classiche tre quattro tazzine può essere utile a ridurre i rischi di malattie cardiovascolari, alcune tipologie di cancro e altre patologie come il diabete di tipo 2 e la cirrosi. Questi studi però hanno carattere osservazionale. Per poterli sdoganare definitivamente sarebbe opportuno affiancarli a studi clinici, in modo tale da capire la reale correlazione tra l’uso del caffè e le varie problematiche che possono insorgere nel corso della vita.
A questo proposito possono essere utili gli studi degli specialisti del Center for Network Biomedical Research on the Psysiopathology of Obesity and Nutrion e degli esperti spagnoli del Biomedical Research Network Epidemiology and Public Health Consortium.
Il primo ha confermato una maggiore longevità associata la consumo di caffè dopo aver studiato 20.000 volontari per circa 10 anni. Il secondo ha preso in esame 3.000 persone di età superiore ai 60 anni scoprendo che 2-3 tazze al giorno potrebbero essere benefiche nelle donne affette da ipertensione, obesità e diabete.
Il caffè è stato anche associato ad un minor rischio di Alzheimer e Parkinson. Per quanto concerne la possibilità che possa ridurre l’infarto non c’è invece alcuna sperimentazione clinica ufficiale che possa appurare ciò.
L’altra faccia della medaglia è rappresentata dagli effetti indesiderati. In gravidanza ad esempio può essere associato al basso peso alla nascita, parto prematuro o aborto spontaneo.