In tanti se lo chiedono: quanto guadagna chi vince Sanremo? Ma la risposta potrebbe essere sorprendente…
“Perché Sanremo è Sanremo”, frase coniata nel lontano 1995 per il motivetto di apertura del Festival di allora. E con la quale, in fondo, siamo tutti d’accordo. Sia nella sua accezione positiva che in quella più polemizzante.
Nel bene o nel male, del Festival si parla. Le canzoni, per quel che si può in presa diretta, vengono ascoltate, commentate (azione principale oggi come oggi), raramente capite al primo ascolto. Serata dopo serata, per coloro che lo guardano (e, dati alla mano, non sono pochi nonostante l’apparentemente nutrita schiera degli anti-sanremisti) si crea empatia con testi e ritornelli, qualcuno in grado di saltare subito alle orecchie, altri che fanno meno presa ma che, alla lunga, ottengono successo. Sanremo sarebbe così, in teoria. Non fosse che, soprattutto negli ultimi anni, l’enorme macchina che il Festival muove tra maestranze, ospiti e conduttori vari abbia spostato l’attenzione più sulla risonanza mediatica (e di trend sui social) che sul reale valore artistico.
Un altro segnale dell’evoluzione costante della società e, in qualche modo, delle richieste del pubblico, il quale ha maturato gusti differenti man mano che la contemporaneità ha offerto nuove sfaccettature e nuove possibilità. Per molti Sanremo è lo specchio del Paese, qualcuno azzarda addirittura l’ipotesi dell’opulenza, lamentando il dispendio delle risorse dei contribuenti. In realtà, il Festival di Sanremo resta uno degli appuntamenti cardine della nostra cultura che, al di là della legittima discussione sui contenuti, offre a comunque uno spettacolo di alto livello. Perlomeno se si parla di performance artistiche e competenze messe in campo per realizzarlo. C’è però anche un altro aspetto che tiene banco a ogni ritorno della kermesse.
Sanremo, quanto guadagna il vincitore? La cifra che non ti aspetti
Se di soldi si parla, forse il termine più corretto sarebbe “cachet”. Ossia il compenso percepito dai conduttori, co-conduttori, ospiti e partecipanti vari e tutti quelli che, in qualche modo, contribuiscono alla realizzazione dello show. E, trattandosi dell’evento di punta del calendario Rai, è chiaro che le cifre sono proporzionali alla risonanza. Per quel che riguarda conduttore e co-conduttori, le somme concordate sono state rivelate con buona approssimazione, anche se non vi sono ancora ufficialità vere e proprie. È interessante notare come i compensi percepiti dai timonieri vada a oscurare qualsiasi dettaglio relativo ai partecipanti veri e propri. Com’è noto, al vincitore di Sanremo andrà un premio raffigurante un leone rampante che poggia le sue zampe anteriori su una palma, simbolo della città ligure. Un premio ambitissimo, al netto del successo che un cantante possa ottenere pur senza mai partecipare al Festival.
Attenzione, perché tale “trofeo” è l’unico al quale corrisponderà un valore in denaro. Perché per il vincitore di Sanremo non è prevista alcuna somma come riconoscimento per la vittoria. E, per la verità, nemmeno per la partecipazione sono previsti compensi. In quanto gara, o meglio, competizione nel vero senso della parola, gli artisti parteciperanno esclusivamente per concorrere alla vittoria, senza guadagnare nulla dalla mera partecipazione. È chiaro che il riscontro sarà, per così dire, parallelo. Subito dopo la prima esibizione, infatti, le canzoni inedite degli artisti saranno distribuite sui principali circuiti e, nella maggior parte dei casi, andranno ad arricchire i loro album in uscita. Toccherà quindi alle vendite e ai feedback di Spotify e delle altre piattaforme stabilire il vero “guadagno”. Senza contare i successivi live e tutte le altre esibizioni dalle quali poter trarre profitto.
Tolta la fama e l’eventuale premio (al quale potrebbero aggiungersi gli altri previsti, come quello della critica o al Miglior testo), l’unica cosa concreta guadagnata che il vincitore andrà a guadagnare è la partecipazione all’Eurovision Song Contest in rappresentanza dell’Italia. Un’eventuale vittoria replicata anche nella competizione europea (come accaduto ai Maneskin) sarebbe il lancio definitivo. Altro che cachet…