Per i lavoratori calcolare la pensione futura è un passaggio fondamentale. Vediamo come fare per avere un’idea dell’assegno che si riceverà.
Più preoccupazione che curiosità spinge i lavoratori a voler sapere quale sarà l’importo dell’assegno pensionistico.
Calcolare la pensione futura è un passaggio che prima o poi tutti i lavoratori devono necessariamente compiere. Potranno, così, sapere se l’importo dell’assegno pensionistico si rivelerà soddisfacente oppure se è consigliabile correre ai ripari con un fondo pensione per costruire una rendita extra. Procedere con il calcolo può sembrare inizialmente complicato. Ci sono diverse variabili di cui tenere conto. Principalmente lo stipendio, l’età di pensionamento e i contributi maturati. Poi è necessario capire quale sistema di calcolo utilizzare tra retributivo, misto e contributivo. Dipenderà da quando i contributi sono stati versati, se prima del 1996, dopo o a cavallo del 1995 e 1996. Importante cercare di individuare la forma pensionistica che permetterà di lasciare il mondo del lavoro. Si aspetteranno i 67 anni di età e 20 anni di contributi minimo oppure si approfitterà di scivoli di pensionamento anticipato (Quota 103, Quota 41, la pensione per i precoci, la pensione anticipata ordinaria o contributiva, Opzione Donna, l’APE Sociale)?
Calcolare la pensione futura, un esempio
Tante considerazioni che ogni lavoratore dovrà valutare personalmente, ma cerchiamo di capire come procedere al calcolo qualunque sia la scelta. Prendiamo come riferimento uno stipendio più alto della media nazionale, 2.300 euro ossia circa 46 mila euro all’anno e poniamo il caso che il lavoratore decida di lasciare il lavoro al raggiungimento della pensione di vecchiaia con 42 anni di contributi. Significherebbe rientrare nel sistema misto che prevede il calcolo di due quote. Una calcolata con sistema retributivo per i contributi fino al 31 dicembre 1995 e l’altra con sistema contributivo dal 1° gennaio 1996.
In generale, l’importo della pensione risulterebbe di 1.950 euro netti al mese. Scegliendo di anticipare il pensionamento a 65 anni con 43 anni di contributi l’importo scenderebbe a 1.900 euro. Cifra ancora più bassa con soli 30 anni di contribuzione, 1.400 euro al mese. Un differenza notevole rispetto lo stipendio. Con quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi), invece, sarebbe garantita una pensione di circa 1.700 euro al mese.
Conclusioni
Se partendo da una retribuzione alta come 2.300 euro si potrebbe arrivare ad avere una pensione di 1.400 euro con “pochi” contributi, con uno stipendio medio di 1.500/1.700 euro si capisce come gli importi risulterebbero significativamente preoccupanti. Il sistema contributivo, poi, abbasserebbe ulteriormente la cifra dell’assegno pensionistico risultando il sistema di calcolo più svantaggioso per i lavoratori. Da qui la necessità di calcolare fin da subito la possibile pensione futura.
Un simulatore si trova sul portale dell’INPS. Accendendo con le credenziali digitali si potrà simulare il calcolo dell’assegno pensionistico inserendo i dati necessari per il conteggio. Parliamo dell’età, della storia lavorativa e della retribuzione.