La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza particolarmente interessante per chi svolge lavori al computer.
Lavorare al computer può affaticare la vista. Per questo motivo, spesso questa tipologia di lavori prevedono l’uso di occhiali da vista per ragioni legate alla miopia o semplicemente ad un affaticamento visivo.
Sebbene i nuovi dispositivi abbiano una schermatura contro la luce blu, utilizzare quotidianamente e per molte ore al giorno PC, tablet e smartphone può compromettere la vista.
In base ad una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha esaminato un caso presentato da un tribunale rumeno, il lavoratore che utilizza quotidianamente il computer ha diritto ad uno sostegno economico per l’acquisto di occhiali e lenti a contatto.
La sentenza è stata emessa lo scorso 22 dicembre e potrebbe rappresentare un vero e proprio precedente storico, che obbligherebbe i datori di lavoro a contribuire alle spese per l’acquisto di occhiali da vista e lenti a contatto.
Lavori al computer e danni alla vista
I problemi alla vista e agli occhi legati all’utilizzo eccessivo del PC sono definiti sindrome da visione al computer.
Sebbene il progresso tecnologico abbia permesso di semplificare determinate mansioni lavorative, l’uso di alcuni dispositivi può avere ripercussioni negative sulla salute.
È questo è il caso dell’uso quotidiano e prolungato del PC, la cui luce, i riflessi, la mancanza di contrasto e di scarsa definizione possono affaticare la vista.
In sostanza, quando gli occhi leggono su carta si stancano molto meno rispetto a quando viene chiesto loro di eseguire la stessa mansione su uno schermo.
A quanto pare, l’apparato visivo subisce un sovraccarico che alla lunga influisce negativamente sulla sua salute.
Utilizzare troppo il computer può comportare la comparsa di problemi visivi e oculari come:
- Visione sfocata
- Secchezza e irritazione agli occhi
- Dolori
- Mal di testa.
Per prevenire la comparsa di questi sintomi e l’affaticamento dell’apparato visivo occorre adottare alcuni accorgimenti:
- Posizionare il computer e, in particolar modo, lo schermo in modo tale che sia confortevole per gli occhi. Il monitor deve essere posizionato alcuni centimetri sotto il livello degli occhi ad una distanza compresa tra 50 e 70 cm dal viso.
- Fare attenzione all’illuminazione, sia della stanza sia dello schermo del computer, in modo da evitare luci riflesse.
- Preferire l’utilizzo di uno schermo antiriflesso, dotato di filtro che contribuisce a ridurre questo fastidio quando non si ha il pieno controllo sulle sorgenti di luce circostanti.
- Ricordare di fare delle pause brevi e frequenti e di sbattere le palpebre. In base alle linee guida, si suggerisce di riposare per 15 minuti gli occhi ogni due ore di lavoro. Inoltre, è necessario variare la messa a fuoco, guardando intorno alla stanza ogni 20 minuti.
Qualora si dovessero riscontrare sintomi tipici della sindrome della visione al computer è opportuno rivolgersi ad un medico oculista.
Chi paga gli occhiali?
La maggior parte delle persone che svolgono lavori al computer, prima o poi, hanno bisogno di occhiali da vista o lenti a contatto.
Dal momento che si tratta di “un danno” procurato dall’attività lavorativa, ci si domanda se il datore di lavoro debba partecipare alle spese.
In base ad una recente sentenza, datata 22 dicembre 2022, emessa dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea potrebbe esserci una svolta epocale su questo nodo.
Tutto è iniziato quando un dipendente dell’Ispettorato generale per l’immigrazione del dipartimento di Cluj, in Romania, ha chiesto la sua azienda il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di un paio di occhiali da vista.
Il dipendente sosteneva che il suo problema di vista fosse aggravato a causa della mansione svolta, che prevedeva l’utilizzo di schermi.
Il tribunale rumeno ha respinto la sua domanda di rimborso. Ma il lavoratore ha deciso di presentare ricorso all’alta corte di Cluj, chiedendo l’annullamento della precedente sentenza e un riesame del caso.
Lo scorso dicembre è arrivata la decisione del Consiglio di giustizia dell’Unione Europea che ha dato ragione al lavoratore, stabilendo che l’azienda dovrà farsi carico delle spese sostenute per l’acquisto di occhiali da vista.
Nell’emettere la sentenza, la Corte europea si è appellata all’articolo 9, comma 3, della direttiva 90/270 in materia di sicurezza sul lavoro.