A differenza di quanto pensano in molti, il pericolo di una guerra nucleare tra Russia e Occidente non è affatto scongiurato. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo.
Il nuovo anno è appena iniziato, e la speranza naturalmente, è che in questo 2023 possa finalmente avere fine la terribile guerra in Ucraina iniziata nei primi dello scorso anno. Da quando infatti Putin ha preso la decisione di invadere l’Ucraina, l’Occidente è finito in una crisi senza precedenti.
La scelta delle nazioni occidentali di supportare la nazione guidata da Zelensky, ha infatti fin da subito dato inizio a una vera e propria guerra commerciale contro il Cremlino, che passa purtroppo anche dalle forniture di gas che Mosca ha gradualmente ridotto verso nazioni come la nostra.
Dopo oltre mezzo secolo, il vecchio continente ha purtroppo nuovamente riscoperto cosa significa avere una guerra all’interno del proprio territorio. Ma lo spauracchio che purtroppo non è stato di certo allontanato da Putin nei discorsi degli ultimi mesi, è naturalmente uno e uno soltanto: il pericolo nucleare. Nessuno era infatti disposto mesi fa a mettere la mano sul fuoco sul fatto che la Russia, laddove si sentisse realmente messa all’angolino dalle potenze occidentali, possa realmente evitare di ricorrere a questa soluzione.
E quanto è accaduto nei mesi nella centrale di Zaporizhzhya in Ucraina ne è purtroppo la prova. Qui infatti in questa città c’è una delle centrali nucleari più importanti della nazione, che da mesi è stata messa sotto attacco dalle milizie russe. Ed è stato questo l’episodio che più di altri, ha fatto temere tantissimi esperti del possibile scoppio di una nuova guerra nucleare.
D’altronde, parliamo della centrale nucleare più grande non solo dell’Ucraina, ma dell’intero continente, e le conseguenze di un suo possibile danneggiamento, o di una conquista russa, sono imprevedibili. Lo stesso Grossi, direttore dell’Aia in Italia, il mese scorso era intervenuto per ricordare ai leader occidentali quanto fosse critica la situazione intorno alla centrale di Zaporizhzhya. In quell’occasione Grossi ha lanciato inoltre un appello all’Occidente a non mettere Putin in un angolo, isolato diplomaticamente, ma piuttosto a fare il possibile per cercare una nuova trattativa con lui.
Così come aveva sostenuto nei mesi scorsi il politologo Alessandro Orsini, si sta forse sottovalutando cosa sia in grado di fare il premier russo, laddove si senta chiuso da una morsa mortale da parte dell’Occidente. Anche perché i bombardamenti russi vicino alla centrale nucleare, non sono certo una bugia dei giornali, ma un fenomeno che dovrebbe invece preoccupare parecchio.