Banconote che possono valere una vera e propria fortuna. La vecchia lira è capace di fare certe magie. Le possibilità sono davvero tante.
Quanto possono valere le vecchie banconote che magari non abbiamo ancora del tutto rimosso dai nostri ricordi medio recenti? Tanto, poco, molto, dipende da una serie di attente valutazioni che fanno tutte parte di quella logica non scritta che regola il contesto collezionistico mondiale. Una sorta di codice ipotetico, assolutamente da rispettare ma non sempre universale che detta le regole per un mondo che non appartiene agli schemi, a ciò che appare scontato, per cosi dire.
Quando si parla, per dire, di vecchia lira, allora i ricordi per gli italiani riaffiorano a raffica. Non esiste sensazione che tenga. Per la maggior parte dei cittadini, oggi, quella moneta vuol dire la giovinezza, racconta di momenti gradevoli passati chissà dove e con chissà chi. Racconta un’altra Italia, un altro paese che ancora in qualche modo offriva ai cittadini quella possibilità di speranza che oggi appare come qualcosa di assolutamente fuori contesto.
Il rapporto tra la vecchia lira e il nostro paese è di quelli che la storia stessa ha saputo raccontare nel migliore dei modi. Una accoppiata, per cosi dire, protagonista in ben tre diversi secoli. Fine ottocento, intero novecento e inizio duemila. La lira è rimasta accanto alla nostra Italia nei momenti peggiori e drammatici della dittatura e della guerra. Poi la speranza della rinascita e il ritorno a una rapida e quasi inattesa ripresa negli anni sessanta.
Oggi, chiaramente, con l’avvento dell’euro le due strade si sono separate, ma il ricordo e la testimonianza della vecchia lira, restano, ancora oggi come qualcosa di assolutamente indelebile per gli italiani e per i milioni di collezionisti che ancora oggi si affannano per mettere da parte qualche prezioso esemplare tra quelli del vecchio conio italiano. Tra questi numerosi sono quelli in formato cartaceo, la classica e mitica banconota insomma, per intenderci.
Tra gli esemplari maggiormente richiesti oggi più che mai dai collezionisti di mezzo mondo troviamo uno dei pezzi più celebri di sempre. La gloriosa 10mila lire con sopra impresso il volto di Alessandro Volta. Nello specifico parliamo di un esemplare stampato per la prima volta nel 1984 e poi successivamente nel 1985, nel 1988, nel 1989, nel 1992, nel 1994, nel 1995, nel 1997 e nel 1998. Entrato in circolazione nel 1985 ne uscì definitivamente nel 2002.
Su una delle due facciate, cosi come anticipato, il ritratto di Alessandro Volta, rappresentato attraverso un’opera di Giovita Garavaglia. L’opera in questione è oggi esporta a Roma presso l’Istituto Nazionale per Grafica. Sul retro, troviamo il Tempio Voltiano, edificio costruito a Como nel 1927 in occasione del centenario della morte dello stesso Alessandro Volta. Una banconota dal valore “artistico”, al di la di tutto davvero notevole.
L’esemplare in questione, inoltre, misura 133 mm x 70 mm. Prodotta su carta contenente fibrille fluorescenti. Inolte, osservando la banconota controluce è possibile vedere il ritratto di Alessandro Volta. Presenti, tra i vari elementi della stessa banconota le firme del Governatore della Banca d’Italia e del Cassiere. In base all’anno di stampa troveremo le firme di Ciampi e Stevani o di Ciampi e Speziali, di Fazio e Speziali o ancora di Fazio e Amici.
Banconote lire, occhio ad Alessandro Volta: il valore dell’esemplare specifico
Tra gli elementi che vanno a scandire il valore collezionistico di un dato esemplare troviamo come al solito quelli bene o male conosciuti da tutti. Anno di produzione, tiratura, appartenenza eventuale a serie speciali, condizioni di mantenimento dello stesso esemplare, motivi che hanno spinto alla stessa produzione e in ultimo ma non per questo meno importante la presenza eventuale di errori di stampa, veri e propri difetti, in pratica.
Altro elemento molto particolare e di sicuro prestigio è il numero di serie delle specifiche banconote. La prima serie, inizio per AA e fine per A, può valere attraverso i suoi esemplari una cifra che varia dai 10 euro ai 250 euro. Esistono poi seriali molto particolari. 6 volte il numero 1, per esempio, valore fino a 200 euro dell’esemplare specifico. Seriale 123456, in ottime condizioni di conservazione circa 120 euro, sul mercato collezionistico.
Altra serie particolare è per esempio rappresentata da 5 zeri e poi il numero 1. In questo caso specifico parliamo di una valutazione di circa 700 euro. Troviamo poi le serie sostitutive, banconote che per l’appunto vengono rilasciate per consentire il ricambio con banconote danneggiate o usurate. Nel caso specifico parliamo di banconote che hanno sempre come lettera d’inizio serie la X:
- Inizio in XA se in Fior di Stampa possono valere fino a 1300€ per pezzo.
- Inizio per XB se in Fior di Stampa possono valere fino a 650€ per pezzo.
- Inizio per XC se in Fior di Stampa possono valere fino a 600€ per pezzo.
- Inizio per XD se in Fior di Stampa possono valere fino a 400€ per pezzo.
- Inizio per XE o XF se in Fior di Stampa possono valere fino a 150€ per pezzo.
- Inizio per XG o XH o XK se in Fior di Stampa possono valere fino a 35€ per pezzo.
Nel caso poi di banconote appartenenti a serie sostitutiva ma non in ottime condizioni di conservazione è sempre necessario affidarsi al parere di un esperto che può consigliare al massimo circa la valutazione più opportuna e consona. In mancanza poi di altri specifici elementi la banconota finisce per essere catalogata tra quelle considerati comuni che possono comunque arrivare a valere una cifra vicina ai 15 euro. Il mondo incantato del collezionismo, insomma, continua a far sognare milioni e milioni di appassionati in ogni parte del mondo.