Una dinamica spesso ignorata dai cittadini che ultimamente in un modo o nell’altro sta facendo gran rumore.
La vicenda in questione è di quelle di non sempre facile lettura. Una dinamica, profondamente assorbita, che fa quasi parte delle abitudini, del quotidiano, insomma, del cittadino, che però potrebbe in realtà avere una chiave di lettura completamente diversa. Nel caso specifico ci affidiamo al racconto di un nostro lettore che ha voluto condividere la sua esperienza ponendo alla fine un quesito che in un certo senso spiazza.
Il signor Carlo M. ci scrive per raccontaci una vicenda che negli ultimi mesi gli ha lasciato un bel po di dubbi. Si parte da una operazione che potremmo definire quasi quotidiana e si giunge a un epilogo inaspettato. Mediamente, il nostro lettore, cliente Poste Italiane per quel che riguarda l’aspetto finanziario, si reca al Postamat più vicino alla sua residenza, mediamente una volta ogni dieci giorni, per prelevare somme di denaro che variano a seconda delle esigenze quotidiane.
Titolare di carta Postepay Evolution, insomma, il nostro signor Carlo, riscontra un elemento quasi sempre costante: il Postamat, spesso, è fuori uso. Trovandosi nella situazione di dover a tutti i costi prelevare denaro contante, considerato poi che un altro Postamat disponibile dista circa 3km dalla sua residenza, l’uomo si vede costretto a effettuare la stessa operazione all’interno della filiale in questione. Qui, accade qualcosa di curioso.
Il signor Carlo, infatti, entra in filiale e si appresta a effettuare l’operazione di prelievo. Cosi come stabilito dai contratti i questione, il prelievo allo sportello per i titolari di Carta Postepay e Postepay Evolution sono tenuti a versare una commissione di 1 euro. Il nostro lettore preleva, paga la commissione e va via. Dopo dieci giorni circa ritorna allo sportello bancomat di Poste Italiane, stavolta mancano contanti all’interno delle “macchine”, quindi, il tutto è ancora una volta fuori uso.
L’uomo entra nuovamente in filiale ma stavolta chiede di parlare personalmente con il direttore, che però si mostra indaffarato e chiede a un impiegato, di fare in un certo senso le sue veci. Il dipendente spiega che il tutto fa parte degli accordi presi tra titolare di strumento di pagamento, in questo caso Postepay Evolution e azienda. Il signor Carlo però non ci sta e giustamente fa notare di conoscere bene il regolamento ma che non comprende il perchè della mancanza di contanti all’interno dei Postamat esterni. L’impiegato a quel punto appare incerto.
Il punto è questo. Il cliente sottoscrive un accordo con Poste Italiane. Risulta essere a conoscenza quindi del fatto che prelevare contanti all’interno della filiale con Postepay Evolution comporta il pagamento di una commissione. Il punto però è un altro. Nel momento in cui il Postamat esterno risulta essere sprovvisto di contanti, e dall’interno non si provvede in qualche modo a “riempirlo” è giusto che il cliente paghi una commissione. Tutto sommato per qualcosa che, di fatto, non dipende da malfunzionamenti o altro?
Poste Italiane, incredibile: la versione del nostro lettore mette può certo apparire condivisibile
“Entro in filiale, la seconda volta in dieci giorni – racconta il signor Carlo M. – e trovo insieme a me almeno altre venti persone costrette a prelevare contanti alla cassa. Chiaramente non credo che i presenti siano tutti possessori di Postepay o Postepay Evolution, quindi magari tra loro qualche correntista non dovrà pagare la commissione (questo prevede il contratto). Il problema è che parte di quelle persone, facciamo, non so, quindici – continua – dovrà pagare una commissione a causa di un disservizio provocato dalla stessa filiale”.
“Quindici euro, insomma, incassati in pochi minuti, per qualcosa che realisticamente parlando potrebbe essere anche addirittura voluta – spiega il signor Carlo – dinamica che potrebbe essere risolta in poco tempo, se solo si volesse. Non è che sotto sotto – conclude – dall’interno si fa in modo di sfruttare la stessa dinamica a proprio favore? A me, qualche dubbio, in tutt’onestà, è venuto”. Parole forti, da parte del nostro lettore. Supposizioni, certo, che nascono però, in effetti, da una presunta problematica poco chiara. I cittadini insomma protestano, quella commissione, in certi casi, appare quasi una imposizione.