In molti casi può capitare di ascoltare dall’altro capo del telefono il silenzio più assoluto. Non è un errore, anzi.
In epoca di telemarketing tutto quello che avviene telefonicamente ormai non può essere considerato casuale, anzi, la realtà dei fatti è tutt’altra. Ci troviamo in un mondo ormai letteralmente condizionato per certi versi dal mondo del telemarketing. Telefonate che arrivano in ogni momento della giornata, su numero mobile o fisso, non fa alcuna differenza.
La risposta è molto semplice, non c’è da impressionarsi più di tanto nel momento in cui si riceve una telefonata che non prevede, almeno in quel momento un interlocutore. Cosa vuol dire? Parliamo in pratica di quelle telefonate che una volta alzata la cornetta, per intenderci, ci consentono di ascoltare praticamente nulla, al massimo rumori di sottofondo in cui si percepisce la presenza dello stesso interlocutore in un ufficio oppure in un luogo simile ad esso.
Cosa vuol dire tutto questo? Parliamo di qualcosa di molto frequente da parte degli operatori telefonici. Si tratta di un escamotage utile a prendere quante più chiamate possibili nel tempo che si ha a diposizione, nel turno di lavoro in pratica. La chiamata che risulterà essere muta non è altro che il tentativo di effettuare un nuovo contatto mentre si è ancora in linea con un altro potenziale cliente. La cosa per chi sta dall’altra parte spesso si manifesta in modo assolutamente fastidioso.
Il tutto fa parte di una logica ben precisa, propria di specifici ambienti di lavoro, provare a mettere in cascina quanti più contatti possibili per avere chiaramente maggiori possibilità di guadagno. Niente di particolarmente inusuale se la si vede dal punto di vista degli operatori call center. Se andiamo a guardare quelle che sono, poi, le condizioni di lavoro degli stessi operatori ci rendiamo conto di quanto certe tecniche possano in qualche modo agevolare.
In merito alla dinamica descritta, però, non molto tempo fa, è arrivata la risposta del Garante per la Protezione dei Dati Personali che ha definito questo tipo di chiamate “mute”. Lo stesso Garante invita poi i cittadini alla massima attenzione in merito, informandoli fedelmente, quindi, circa la natura degli approcci telefonici in questione. Una questione spigolosa insomma, per nulla semplice, sulla quale si è espresso anche il Garante ella privacy.
Il 20 febbraio 2014 lo stesso Garante della privacy ha stabilito attraverso un apposito provvedimento che le telefonate, per l’appunto, definite mute, devono essere assolutamente interrotte entro il tempo di 3 secondi dalla risposta. Ecco spiegato il perchè della linea che cade nel momento in cui si prova a rispondere. Per quel che riguarda poi gli operatori telefonici esiste una regola ben precisa in merito all’utilizzo di questo particolare sistema.
Non possono essere effettuate, infatti, più di 3 chiamate mute per ogni 100 classiche. Il problema nasce nel momento in cui l’utente dall’altra parte del telefono non troverà un interlocutore ma rumori di sottofondo tipicamente da ufficio. In merito a quest’ultima dinamica è bene ricordare che la legge prevede che l’utente non può essere messo in attesa silenziosa. In quel caso quindi ascoltiamo dei suoni messi apposta in sottofondo dagli operatori. Suoni definiti “comfort noise”, che dovrebbero servire a mettere il cliente a proprio agio.
Ad ogni modo, un utente, un cittadino insomma, può sempre fare riferimento al Registro dele Opposizioni. Questo, se vuole evitare di essere continuamente disturbato da call center e varianti d’ogni genere. Il problema però spesso non si risolve, nonostante il registro di cui sopra. Call center e spesso anche truffatori continuano ad avere libero accesso ai contatti dei cittadini che quindi non possono fare altro che subire il continuo fastidio delle chiamate a tutte le ore.