Da agosto, la Legge 104 ha esteso i permessi per i caregiver. Via la figura del referente unico, ecco come funziona adesso.
Disabili e familiari che li assistono. Il quadro agevolativo della Legge 104 è sempre stato piuttosto chiaro. Anzi, negli anni è stata addirittura estesa la possibilità di fruire di agevolazioni e indennità specifiche.
L’obiettivo è altrettanto chiaro: migliorare, fin dove possibile, la vita di chi versa in condizione di disabilità e di coloro che se ne occupano a tempo più o meno pieno. Ovvero i cosiddetti caregiver. Dalla possibilità di godere di benefici fiscali ed economici fino alla richiesta di permessi retribuiti (entro certi limiti) per assistenza o per svolgere visite mediche, il novero delle agevolazioni è piuttosto ampio. Fino ad agosto, però, la fruizione delle indennità offerte ai caregiver erano limitate unicamente a un solo familiare, indicato come referente unico. E, per questo, solo destinatario delle stesse. Un limite che il legislatore ha deciso di superare, approvando un ulteriore allargamento dei benefici.
I permessi dal lavoro possono essere richiesti, sia pure sulla base di comprovate esigenze. Inoltre, esistono delle regole ben precise alle quali attenersi, sia per restare nei limiti della Legge, sia per mantenere il proprio rapporto fiduciario con il datore di lavoro. Finora, la concessione dei permessi retribuiti (tre al mese) era garantita esclusivamente a un familiare del soggetto in condizione di disabilità, in base all’articolo 3, comma 3 della Legge 104. Laddove, per familiare, si intendono congiunti, partner in unione civile, conviventi, parenti entro il secondo grado e terzo grado, in caso fossero mancanti le precedenti figure.
Legge 104, cambiano i permessi: ecco chi può davvero beneficiarne
Durante i permessi lavorativi, chi ne gode dovrà per forza di cose dedicarsi alle mansioni per le quali ne ha usufruito. In caso contrario, il rischio è non solo la revoca della concessione ma anche la perdita del proprio posto di lavoro. È chiaro che, nel momento in cui il datore di lavoro avalla un permesso per ragioni di assistenza a un familiare invalido, scatta un rapporto fiduciario che va oltre il semplice accordo per un’assenza retribuita. Tuttavia, fin qui, la Legge 104 consentiva a un solo referente (non a caso chiamato “unico”) di ottenere tale indennità. Con la sola eccezione per i genitori, entrambi potenzialmente fruitori dell’agevolazione in caso nel nucleo familiare vi fosse un figlio con handicap grave. La data del cambiamento è stata il 13 agosto 2022. Da quel momento, infatti, non solo il referente unico ma anche altre persone possono usufruire dei permessi, sia pure in modo alternato.
In sostanza, la figura del referente unico non esiste più da tre mesi. Un caso da tenere in considerazione è quello della cosiddetta assistenza saltuaria. Si tratta di situazioni verificabili in caso di cura condivisa di un familiare disabile da parte di più parenti. A entrambi, in questi casi, spetterà il diritto di richiedere il beneficio del permesso retribuito, tuttavia in misura ridotta: anziché 3 giorni complessivi, a ognuno spetterà un solo giorno ogni 10 di assistenza costante.
Le procedure per ottenere lo status di “caregiver sostituto”, il soggetto richiedente dovrà inoltrare all’Inps e al datore di lavoro una richiesta scritta. In tale documento, dovranno essere indicate le motivazioni della sostituzione del referente unico e i periodi di riferimento. Obbligatoria anche l’indicazione del grado di parentela. Per i caregiver “standard”, l’Inps prevede inoltre la possibilità di cumulare i tre giorni di permesso.