Il disturbo bipolare è una condizione che può innescare processi comportamentali potenzialmente pericolosi. Come riconoscere i sintomi?
La pandemia ha profondamente modificato il nostro stile di vita, inutile girarci attorno. Chi più chi meno, abbiamo tutti sperimentato il cambiamento, dalla mutazione dei ritmi quotidiani a quelli del nostro lavoro.
Senza contare quelle sensazioni di preoccupazione, ansia, paura che, sempre più di frequente, abbiamo iniziato a conoscere forse più dopo il lockdown che durante. A incidere sono una moltitudine di fattori, dal timore di non riuscire a tenere il passo dei pagamenti alla fatica nel riabituarsi, magari, a una mutata condizione sociale. O, nondimeno, la paura inconscia di ritrovarsi nuovamente a dover affrontare una crisi sanitaria come quella vissuta due anni fa, oltre che tutte le incognite che caratterizzano l’immediato futuro (vedi guerra e caro energia). È chiaro che, in una situazione di questo tipo, le condizioni per dei riflessi psicologici siano abbastanza marcate. E anche in questo senso è andato il Bonus psicologo, pensato proprio per favorire la ripresa post-pandemica per coloro che più hanno fatto fatica a rimettersi in carreggiata.
Tuttavia, condizioni di criticità di questo tipo possono essere anche pregresse, precedenti rispetto all’esplosione del Covid-19. Fattori genetici, biologici, addirittura ambientali: tutto può essere determinante al fine dell’emersione di problematiche anche piuttosto serie, come il cosiddetto disturbo bipolare. Quello che, per intenderci, hanno dichiarato di avere (o di aver avuto) personalità piuttosto note del mondo dello spettacolo, dall’attrice Selena Gomez (che lo ha scoperto verso i trent’anni) a Kim Kardashian. Alla manifestazione di una tale condizione contribuiscono, come detto, diversi fattori. Anche un particolare evento della propria vita può portare a patire una condizione di questo tipo.
Disturbo bipolare, indizi per riconoscerlo e (possibili) interventi
Non è mai semplice indagare la sfera privata di una persona, anche se famosa e apparentemente protagonista della classica vita perfetta. I social, infatti, sono spesso una vetrina, attraverso i quali mostrare un io diverso da quello reale. In realtà, gli equilibri della vita quotidiana possono essere estremamente fragili e un evento particolarmente traumatico potrebbe innescare processi psicologici decisamente problematici. Difficile individuare una sorta di “sintomatologia” per quel che riguarda un disturbo bipolare. Alcuni indizi, però, potrebbero essere colti quantomeno per avere il dubbio di trovarsi di fronte a una condizione di questo tipo. Da frequenti sbalzi d’umore a cambiamenti repentini delle abitudini quotidiane, ad esempio le abitudini legate al sonno. Ma anche la capacità di concentrazione ridotta e comportamenti mutevoli, anche in ambienti di vita dove sarebbe necessario mantenere il controllo.
Chi è affetto da bipolarismo, spesso, manifesta forme di psicosi che, in alcuni casi, possono portare conseguenze molto gravi, come deliri, paranoie e allucinazioni. C’è comunque una certa variabilità nei “sintomi” da un individuo all’altro. Secondo l’International Bipolar Association, ad esempio, anche i tempi sono diversi. Alcuni soggetti potrebbero manifestare un disturbo bipolare per diversi mesi o anni, mentre altri potrebbero incappare in alti e bassi addirittura contemporaneamente. Si alternerebbero, quindi, fasi depressive e iperattività, ansia e euforia. Comportamenti che, spesso, risulterebbero al limite dell’incontrollabile e, di frequente, sfociabili in azioni deleterie, come l’abuso di alcol. Difficilmente, però, i soggetti manifesterebbero comportamenti aggressivi.
Manifestazione di comportamenti
Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università Vita-Salute San Raffaele, ha monitorato 151 soggetti affetti da disturbo bipolare per 12 mesi, evidenziando come le manifestazioni di violenza non fossero fra i tratti distintivi della condizione. Chiaramente, nella fase di accertamento effettivo del disturbo bisogna tener presente anche un margine di errore. I sintomi, infatti, solitamente vengono riconosciuti come tali dopo i 25 anni ma esistono casi accertati anche fra gli adolescenti. Ossia, in una fase di crescita piuttosto turbolenta, durante la quale non sono infrequenti i cambiamenti del carattere, legati però alla maturazione dell’individuo piuttosto che a un disturbo bipolare.
Le cure
A fronte di un’evidenza, però, è bene sapere che esistono anche delle linee d’azione per il contrasto. A fornire indicazioni è l’American Psychiatric Association e il National Institute for Health and Care Excellence, che ritengono d’aiuto l’uso di farmaci stabilizzanti dell’umore. Alcune ricerche, inoltre, hanno individuato nel sale di litio un elemento utile per ridurre il rischio di atti di autolesionismo o, addirittura, di suicidio. Notevolmente più frequenti in chi soffre di tali disturbi. Altro aiuto può derivare dalla psicoterapia. In ogni caso da affiancare a trattamenti medici.
(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)